Di Pietro Colagiovanni*
Il territorio: siamo in Campania, una regione dal punto vinicolo di antichissima tradizione. Parliamo della fertile Campania felix dei Romani e proprio da lì arrivava sulla tavola dell’Imperatore il vino più pregiato dell’epoca, il Falerno. La viticoltura campana da qualche decennio ha trovato una forza propulsiva nuova. Partendo dai grandi prodotti dell’Irpinia e del beneventano(Falanghina, Fiano, Greco di Tufo, Taurasi) il movimento vitivincolo campano si è poi esteso all’intero territorio regionale facendosi forza della riscoperta di antichi vitigni autoctoni e dando vita a produzioni originali e di elevata qualità. Oggi parliamo di una di queste produzioni centrate su vitigni autoctoni, espressione di un territorio, della sua cultura davvero un terroir originale. Parliamo dell’Asprinio di Aversa un vitigno ed un vino carico di storia, di tradizione, di amore per la vite e i suoi prodotti.Pubblicità
La cantina I Borboni ha sede a Lusciano, comune di 15.000 abitanti in provincia di Caserta, sino al 1946 aggregato al viciniore comune di Aversa. Siamo nel cuore della produzione dell’Asprinio, in quell’agro aversano, parte della terra di lavoro in cui i prodotti della terra sono da sempre abbondanti e pregiati.
Aversa è conosciuta per il vino Asprinio ma anche per la sua eccellente mozzarella di bufala. Ed è una zona carica di storia, a partire dal’Impero romano. Aversa è stata la prima contea normanna d’Italia e dal 1053 è sede vescovile. A Lusciano rilevante è il Palazzo Ducale Donnorso, edificato nel XIV secolo dall’omonima nobile famiglia napoletana. La cantina I Borboni della famiglia Numeroso sin dagli inizi del 900 attivi nella coltivazione della vite e a partire dagli anni 80 impegnata con successo nel recupero dell’Asprinio, un vitigno autoctono dalla coltivazione molto particolare che stava rischiando l’estinzione.
Il vitigno: l’Asprinio, vitigno a bacca bianca è originario della zona di Aversa ed si hanno sue notizie sin dall’antichità. Viene coltivato anche in Basilicata e Puglia ma è Aversa, come sostenne Louis Pierrefeu, cantiniere di corte di Roberto d’Angiò, il posto ideale per la sua coltivazione. La particolarità che ha dato notorietà internazionale all’Asprinio è il metodo di allevamento. La vite di Asprinio è una vita maritata perché si appoggia ai pioppi e raggiunge anche 15 metri di altezza. Il metodo di allevamento è chiamato Alberata Aversana e le immagini delle lunghe scale utilizzate per la sua coltivazione e vendemmia aggiungono grande fascino e suggestione a questo vitigno. Il vino da Asprinio è un vino leggero molto fresco. E’ un’uva ideale per la spumantizzazione, e l’Asprinio è anche conosciuto come lo spumante del Sud.
Il vino: l’Asprinio Santa Patena 2016 fermenta in acciaio inox e riposa per 12 mesi in vasche d’acciaio sulle fecce fini. Di colore dorato, esprime profumi predominanti di agrumi, di erbe aromatiche, di frutta gialla con qualche nota balsamica sullo sfondo. Al sorso la freschezza è la sua nota dominante, ma non prevaricante. E’ un vino vivace e gradevole, con personalità e identità, in cui si sente la forza di una storia antica, di un lavoro intenso e difficile. Un autoctono in tutto e per tutto quindi, espressione reale di un territorio. Ideale per accompagnare antipasti di pesce è davvero eccellente (la morte sua, si potrebbe dire) con il crudo di pesce.
Valutazione: 4/5
Prezzo medio: 20 euro
Rapporto qualità/prezzo: corretto
*fondatore del gruppo Terminus, comunicatore, sommellier Ais
Seguite Terminus Vino e territorio su
www.informamolise.com
www.negozioterminus.it
Facebook pagina Terminus Vino e territorio
Twitter @gruppoterminus
Contattateci ai seguenti recapiti:
mail: colagiov@virgilio.it
segreteria Terminus Vino e territorio 0874418684 dal lunedì al venerdì 9-13 15,30-18,30