Con il caldo il coronavirus non ha ‘abbandonato’ l’Italia, come in tanti avevano pronosticato. A spiegarne i motivi, in un’intervista al quotidiano ‘Il Messaggero’ è il prof. Roberto Cauda, direttore di Malattie infettive del Policlinico Universitario A. Gemelli Irccs di Roma.
“Dopo il picco dei contagi registrato intorno al 22-23 marzo, è iniziata la discesa e con l’estate sarebbe dovuto arrivare il calo ma questi modelli matematici non potevano fare i conti con i casi di importazione e il mancato rispetto delle norme di prevenzione. E così quella diminuzione così forte non c’è stata: addirittura si pensava che le Regioni arrivassero al contagio zero con l’estate”.
Chiara la spiegazione del professore. “Non sta andando come ci aspettavamo inizialmente. Possiamo constatare che questa curva è stabile ma resta però quello zoccolo duro che non si riesce a scalfire”. Il comportamento da avere è uno solo. “Attenzione e rispetto alle misure di prevenzione. Questa possibilità è nelle nostre mani: dobbiamo farcene carico tutti. In questa fase dobbiamo farlo”.
Sembra, però che non stia succedendo. “In Italia – conclude il prof.Cauda – si percepisce che la gente ha acquisito una falsa convinzione che ne siamo fuori. Purtroppo non è così e i focolai ne sono la prova”.