Medico e atleta, Marco Dolfin attraversa la vita con lo sguardo tenace di chi non si arrende di fronte alle avversità con la consapevolezza innata che non è mai tardi per ricominciare a vivere. “È la soddisfazione più grande: proprio io, che ho perso l’uso delle gambe, aiuto gli altri a tornare a camminare”. Con questo pensiero Dolfin ha concluso il racconto della sua vicenda di infortunato sul lavoro nella pubblicazione Inail, “Vite straordinarie 2 – storie di uomini e donne che non si sono arresi” che descrive le parabole umane di 22 assistiti Inail capaci dopo un incidente di rimettersi in gioco.
“Iron Mark” scritto dal fratello Alberto racconta la sua vicenda. A un anno da questa testimonianza, Marco Dolfin torna a raccontare la sua esperienza di medico e atleta paralimpico nel libro “Iron Mark – le corsie di Marco Dolfin: chirurgo e nuotatore” (Bradipolibri). Scritto dal fratello, il giornalista Alberto Dolfin, il libro, in 128 pagine, fa rivivere ai lettori la vicenda professionale e umana di “Iron Mark”.
Nel 2011 l’incidente mentre si sta recando al lavoro. Marco Dolfin, l’11 ottobre 2011, rimane vittima di un grave incidente in moto mentre si sta recando al lavoro all’ospedale San Giovanni Bosco di Torino dove da poco tempo, svolge la sua attività di chirurgo ortopedico. A poca distanza dalla struttura sanitaria, Dolfin viene investito frontalmente. Quando, dopo l’intervento, si risveglia, comprende che non potrà camminare, ma ha una consapevolezza, le sue mani funzionano ancora alla perfezione. Dopo un periodo di riabilitazione, Dolfin ricomincia a lavorare come chirurgo operando i pazienti alle mani e ai piedi, interventi che si possono eseguire anche da seduti.
Dolfin scopre il nuoto paralimpico e sfiora il podio alle Paralimpiadi di Rio. Marco fa fisioterapia, esercizi e soprattutto sport, la sua passione. Comincia con il tennistavolo poi passa al nuoto. Trova la sua specialità: i cento metri rana in cui vince una gara dopo l’altra. Partecipa alle Paralimpiadi di Rio dove sfiora il podio, arrivando quarto. Nel 2014 diventa genitore di due gemelli: Mattia e Lorenzo. Dopo aver lavorato per un periodo soltanto da seduto, riprende ad operare in posizione eretta grazie a una carrozzina elettrica verticalizzabile costruita su misura per lui che riesce a manovrare con un joystick ad altezza gomito.
Il reportage “Una giornata in sala operatoria” vincitore di Scatto inSuperAbile. Marco Dolfin, nel 2017, è stato protagonista del reportage fotografico di Francesco Alessandro Armillotta “Una giornata in sala operatoria” vincitore del concorso “Scatto inSuperAbile” promosso dall’Inail insieme al contact center SuperAbile. Il racconto per immagini che illustra una giornata di lavoro dell’ortopedico nuotatore ha ottenuto il riconoscimento della giuria per la sua capacità di comunicare ottimismo e la certezza che, in un ambiente favorevole, tutti gli ostacoli possano essere superati.