Le enoteche italiane hanno sofferto e non poco nel 2020; sono riuscite a tamponare con l’online, ma sono davvero poche quelle che possono sorridere, eccezioni importanti ma numericamente poco significative. Bar e ristoranti poi, con tutte le restrizioni imposte alla loro attività , di fatto il vino l’hanno acquistato e venduto poco.
Tornando alle enoteche, come avviene nei periodi di crisi ha retto il mercato ‘alto di gamma’: Tignanello, Sassicaia, Masseto, Ornellaia, Solaia sono stati venduti bene, a dispetto del costo alto. Così pure per Brunello di Montalcino, Barolo, Amarone della Valpolicella, Bordeaux, Champagne. C’è stato però il crollo dei regali aziendali.
In qualche caso importante è stato definito il recupero delle vendite dei grandi rossi di Langa, Barolo e Barbaresco, ma anche all’exploit del Pinot Nero.