Curiosità/Per Dante il cibo era un inferno

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da Aislights

Mangiava poco, sempre agli stessi orari e non è un caso che spedisse gli ingordi all’Inferno: lo racconta Morello Pecchioli.

Morigerato, parco: due pasti al giorno, alle dieci del mattino e al tramonto. Come dire: mangiare per vivere e non vivere per mangiare. Un uovo probabilmente non mancava mai, come ricorda un vecchio racconto nato a testimonio della sua prodigiosa memoria, ma per il resto “gli bastava il poco e il semplice per nutrirsi e non esagerava con i condimenti.”

Come racconta il giornalista veronese, e “sulla sua sobrietà gastronomica non ammetteva scherzi”. Pare si sia arrabbiato parecchio durante un banchetto a Verona, ospite di Cangrande della Scala, quando i cortigiani depositarono ai suoi piedi un generoso mucchio di ossi (gettati per terra come volevano gli usi dell’epoca) con la speranza di spacciarli per suoi. A fine pasto, se il signore di Verona sorrise e stette al gioco (“non c’è dubbio che Dante è un forte divoratore”), Dante non gradì per niente lo scherzo: “Messere, voi non vedreste tante ossa se Cane io fossi”. Che il cane in questione non fosse solo quello a quattro zampe, è facile intuirlo.