La riflessione/ Considerazioni sul voto

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Da cattolico impegnato da circa cinquant’anni nel sociale, pensando all’andamento delle elezioni mi viene da dire che:

Negli ultimi trent’anni dall’ascesa del berlusconismo, volgarmente definito seconda Repubblica, siamo diventati un Paese che in politica attua il classico fuoco di paglia attraversa rapidissime fasi di innamoramento con altrettanti rapidi fasi di disaffezione.

Sono saltati i criteri di idealità che portavano all’appartenenza e  caratterizzavano i partiti della prima repubblica. Si è raggiunto il record delle astensioni, Si assiste ad un continuo ribaltamento di consensi.

Siamo l’unico Paese occidentale in cui dalle votazioni non esce un partito di maggioranza o le maggioranze escono sempre sconfitte dalle elezioni successive,infatti; il M5s stravinse nel 2018 con il 32,7% e quindici mesi dopo perse 6,5 milioni di elettori scendendo al 17,1%, la Lega raddoppiò il consenso avuto alle politiche, trionfò alle Europee con il 34% e nel 2022 è crollato sotto il 9%?

Sembra quasi che in politica si è aduso amare in senso predatorio, ti afferro, ti possiedo e ti scarico, neanche l’interesse tiene più uniti: si pensava che il Pnrr avrebbe portato una stabilità politica e…. tacchete, c’è chi fa crollare il governo.

Il Pnrr avrebbe dovuto farci guardare agli interessi, generali, del Paese e al futuro, ma l’elettorato e la politica da tempo sono vittima di una sorta di carpe diem (afferra l’attimo)non guarda al futuro non si sente responsabile della sua costruzione. La bolla economica dalla quale ancora non ci eravamo ripresi, la pandemia prima e la guerra dopo hanno gettato a terra l’economia delle aziende e delle famiglie,tutto questo avrebbe dovuto far meditare prima di far cadere il governo.

In passato era diverso, nel dopoguerra Dc, Psi e Pci fecero parte dello stesso governo, elaborarono la nostra Carta Costituzionale, collaborarono al piano Marshall, posero le basi per il boom economico, anche se avevano idee diversissime, si attuò  un vero e proprio patto sociale, caratterizzato dalla costante ricerca di compromessi alti, guidata dall’obiettivo di garantire una crescita sociale ed economica all’Italia, ora prevalgono le convenienze personali, spesso ammantate di valori.

In un paio di Agorà alla quale ho partecipato i partecipanti non riuscivano a nascondere l’antica provenienza qualcuno utilizzava il vecchio appellativo di compagno ,qualcuno quello di amici,oggi servirebbe a quel partito un congresso costituente che riesca ad abbracciare le diverse anime e crei una nuova identità, che lo faccia tornare a parlare ai propri mondi di riferimento, smettere di essere responsabili a prescindere, farsi carico delle battaglie e delle istanze della parte più sofferente del Paese, mi piacerebbe che nascesse dalle ceneri un partito che parta dagli ultimi, dalle Persone fragili ,dai territori deboli e abbandonati dal Palazzo, dalle periferie e da chi non ha manco più la voce per gridare aiuto.

I cattolici, hanno annacquato la fede non si crede più in qualcosa, né in qualcuno,si vuole la soddisfazione immediata del bisogno personale e alla politica viene chiesto solo di rispondere a quel bisogno, ma la politica non riesce a dare quelle risposte nell’immediatezza che si desidera o si pretende,e di volta in volta genera ondate di scontenti che travolgono e stravolgono e ribaltano la maggioranza in carica.

Non esiste più un collante ideologico il comportamento di voto dei cattolici va di pari passo con l’orientamento politico della maggioranza italiani: nel 2018 il più votato era il M5s tra chi andava a Messa tutte le domeniche, nel 2019 il primo partito votato dai cattolici praticanti era la Lega, prima ancora Forza Italia. In molte realtà comunali i voti di cattolici sono andati a forze politiche che, propongono la chiusura di porti per bloccare gli immigrati, negano il soccorso in mare non è più politica o fede ma negazione di umanità, essendo i soggetti in causa “persone” fatte a immagine e somiglianza di Dio (Gn 1, 26).

La fede, come la morale in politica è diventata una identità multipla e malleabile, senza più una visione unica e coerente di se stessi, non è più la bibbia, il vangelo, la predica dei parroci o le parole del papa ma il tutto è diventato come l’organo maschile che si dilata secondo la propria volontà o desiderio.

Serve urgentemente un ritorno alla politica con la P maiuscola.

Alfredo Magnifico