di Pietro Colagiovanni
Questa settimana vi parlo un po’ di me, della mia attività imprenditoriale. Non lo faccio per farmi pubblicità ma per una riflessione sul mondo che cambia, a velocità vorticosa, e sulla migliore maniera di affrontare questo cambiamento. Parto da un video che mi ha molto colpito. In Germania c’è un cantiere edile, per costruire un edificio in cemento armato di circa 9 metri di altezza. Vedi macchine che colano il cemento, macchine che costruiscono progressivamente l’intelaiatura del palazzo ma non vedi operai, muratori, maestranze.
In lontananza, a qualche metro dal cantiere, si scorgono solo due uomini, con il casco giallo ed un piccolo portatile. Sono gli unici umani della scena e il computer che hanno davanti attiva una stampante in 3d che fornisce le istruzioni alle macchine per costruire il palazzo. La scena, reale, fa capire come gli operai non servono più e che 340 ore di lavoro umano sono state sostituite, senza colpo ferire, da macchine. Una cosa incredibile fino a qualche tempo fa, che sarà, però, sempre più reale e credibile nei prossimi tempi.
E proprio a questo punto ho pensato alla mia attività, a Terminus Formazione, alla scuola con sedi a Campobasso Termoli e Roma che insieme ad un gruppo di collaboratrici e collaboratori eccezionali ho costruito nel tempo. E mi sono detto, anche un po’ compiaciuto, “Pietro ci hai visto veramente giusto”. Le macchine, i robot stanno sostituendo e sempre più sostituiranno gli esseri umani nei lavori più meccanici, più ripetitivi cioè quelli che richiedono meno formazione. Questo significa che una grande massa di esseri umani non avrà più lavoro, o meglio non avranno quel tipo di lavoro che per secoli ha occupato milioni di persone. E questo è un bene perchè si tratta di lavori noiosi, faticosi, pericolosi, logoranti che è meglio lasciare alle macchine. Ma così queste persone diventeranno irrimediabilmente disoccupate come i tanti profeti di sventura da tempo annunciano da ogni possibile mezzo di comunicazione? Assolutamente no, perchè a lavori che scompaiono perchè svolti dai robot si sostituiscono lavori, anzi occupazioni, che i robot (ancora?) non sono in grado di svolgere. Pensiamo alla cure mediche e al sostegno alle persone bisognose.
Terminus negli anni ha formato migliaia di operatori socio sanitari, i famosi Oss, e la stragrande maggioranza di loro oggi lavora, è richiesta dal mercato e svolge un’attività utile alla società oltre che essere remunerata economicamente. Ma per fare questo c’è una necessità, un’unica grande necessità: ci vuole la formazione. I lavori nuovi sono intrinsecamente legati all’addestramento e alla formazione, perchè quelli routinari, ripetitivi e alla portata di chiunque sono svolti dalle macchine. Ed è per questo che mi compiacevo e già pensavo ai nuovi progetti che Terminus sta portando avanti, progetti non solo imprenditoriali e legati all’utile economico ma stimolanti per quello che possono offrire, in termini di servizi e opportunità, alla società.
Progetti di miglioramento formativo per i lavoratori già impiegati, aule e formazione online per rendere accessibile il sapere a chiunque, indipendentemente dal posto in cui si ritrova a vivere, progetti e corsi innovativi per affrontare le nuove professioni che saranno utili nel mondo che verrà. Purtroppo, come sempre in Italia, la formazione non ancora riceve, da parte dei poteri pubblici, l’attenzione che merita. La scuola italiana ha ancora programmi ottocenteschi, l’università mette numeri chiusi senza senso a difesa delle baronie dei suoi accademici clientelisti, la formazione professionale nelle regioni è solo un bacino elettorale di finanziamenti e prebende in cui i corsi di formazione sono solo uno strumento di spesa ma non di crescita per gli utenti. Il solito Stato fallito, gestito da falliti che pensano solo ad arraffare come se non ci fosse un domani. Invece il domani c’è e non è neanche così male ed anche di questo, nonostante non sia più nel fiore degli anni, mi sono compiaciuto.