L’economia in nero e illegale vale 192 miliardi, +10% nel 2021

0
131

Quanto valgono in Italia il lavoro nero, l’economia sommersa e quella illegale?

L’Istat nel report; “l’economia non osservata nei conti nazionali”, attesta che l’economia sommersa si attesta a poco meno di 174 miliardi di euro, mentre le attività illegali superano i 18 miliardi, cresce del 10% nel 2021 e raggiunge 192 miliardi di euro, inoltre,ci sono tre milioni di lavoratori in nero, e cresce la spesa per droga e prostituzione. Il Pnrr italiano vale 191,5 mld, ripartiti in più anni, tanto per ragionare sulle cifre.

La crescita dell’economia non osservata, secondo Istat, è guidata dall’aumento del valore delle “sotto-dichiarazioni” (comunicazioni volutamente errate del fatturato o dei costi) che ha segnato un aumento di 11,7 miliardi di euro (pari al 14,6%) rispetto al 2020.

Le unità di lavoro irregolari sono 2 milioni 990mila, con un aumento di circa 73mila rispetto al 2020, il 2,5%. L’incremento del valore aggiunto generato dall’utilizzo di lavoro irregolare è stato di 5,7 miliardi di euro, pari al 9,2%, quello delle attività illegali di 0,9 miliardi di euro, pari al 5%.

La componente del lavoro non regolare dipendente secondo Istat cresce dell’1,5% (+33,2mila unità), quella del lavoro indipendente del 5,1% (+39,3mila unità),l’ incidenza rispetto al Pil resta stabile al 10,5% rispetto all’anno precedente e inferiore al periodo pre-pandemia.

I settori dove l’economia sommersa è più forte sono; i servizi alle persone (che comprendono un’ ampia gamma di codici ateco, scommesse, intrattenimento, attività sportive).

Dove il sommerso costituisce il 34,6% del valore aggiunto è nel comparto Commercio, trasporti, alloggio e ristorazione (20,9%), Costruzioni (18,2%), servizi professionali (+2,4 punti percentuali), altri servizi alle persone (+0,6) e altri servizi alle imprese (+0,4),

Le principali componenti dell’economia sommersa sono costituite dal valore aggiunto occultato tramite comunicazioni volutamente errate del fatturato o dei costi (sotto-dichiarazione del valore aggiunto) o generato mediante l’utilizzo di lavoro irregolare.

Tra gli altri fenomeni inclusi dalla definizione dell’Istat anche fitti in nero, mance e “una quota che emerge dalla riconciliazione fra le stime degli aggregati dell’offerta e della domanda.

La ripresa delle attività illegali nel 2021, dopo il calo dovuto alle restrizioni anti-Covid è stata determinata per larga parte dal traffico di stupefacenti, prostituzione, droga  salito a 13,7 miliardi di euro (+0,4 miliardi rispetto al 2020), mentre la spesa per consumi si è attestata a 15,5 miliardi di euro (+0,7 miliardi).

Tale crescita è in linea con l’andamento del quadriennio precedente al 2020 in cui, per il traffico di stupefacenti, si era registrato un incremento medio annuo del 2,1% per il valore aggiunto e del 2,6% per i consumi finali, sostenuti soprattutto dalla dinamica dei prezzi.

Nello stesso periodo anche la crescita dei servizi di prostituzione è stata rilevante.

Nel 2021 il valore aggiunto e i consumi finali sono aumentati, rispettivamente, dell’11,8% e del 12,3% (portandosi a 3,9 e 4,5 miliardi di euro).

Alfredo Magnifico