Dei 14 milioni di anziani aiutati dalla Meloni non sono neanche 25 mila

0
122
Alfredo Magnifico

Qualche giorno esce la notizia che mi fa sperare in una vecchiaia serena poi ti accorgi che è solo; propaganda governativa,si riportava con toni trionfalistici una dichiarazione del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: ”abbiamo dato risposte concrete per 14 milioni di anziani”, “Come promesso abbiamo approvato un decreto legislativo attuativo del Patto per la Terza Età, è una riforma di cui andiamo orgogliosi e che l’Italia aspettava da più di 20 anni, solo una tappa di un percorso che andrà avanti per tutta la legislatura”.

Spulcio la legge e scopro che al nuovo assegno di accompagnamento rafforzato possono accedere, non autosufficienti gravissimi con più di 80 anni e con un Isee fino a 6mila euro.

“Con più di 1 miliardo di euro in due anni e l’avvio della sperimentazione di una prestazione universale che consentirà di aumentare di oltre il 200% l’assegno di accompagnamento degli anziani più fragili e bisognosi, diamo finalmente risposte concrete ai bisogni dei nostri oltre 14 milioni di anziani, ai non autosufficienti e alle loro famiglie“, “Il governo, ha lavorato fin dal suo insediamento a una riforma strutturale delle politiche in favore della terza età consapevoli che gli anziani rappresentano la storia di questa nazione”. Incalzava la Presidente del Consiglio.

Poi consulto l’ultimo rapporto di monitoraggio del ministero del Lavoro, sull’indicatore di ricchezza familiare che dà accesso a bonus e prestazioni sociali e vedo che lo stesso riporta che nel 2021 solo il 12,1% degli over 75 aveva l’Isee e tra gli anziani si registrano i tassi di copertura più bassi.

L’indicatore è la porta per la nuova prestazione dedicata alla Terza età messa in piedi dal governo guidato da Giorgia Meloni che rivendica “risposte concrete” per 14 milioni anziani, non autosufficienti e famiglie.  

All’interno del pacchetto da 1 miliardo di euro approvato in Consiglio dei ministri giovedì 25 gennaio, l’innovazione principale è la nuova prestazione universale mensile da 1.380 euro (l’assegno di accompagnamento,oggi, è di 531,76 euro) destinato agli anziani più fragili, cui sono stati destinati 300 milioni.

Le stime sulla platea del nuovo assegno di accompagnamento rafforzato, dati Inps e Ministero del Lavoro si fermano a circa 25 mila persone e non ai 14 milioni.

I requisiti d’accesso, previsti dal decreto attuativo della delega sulla Terza età, indicano i beneficiari in persone con più di 80 anni, non autosufficienti (gravissimi si legge in documento del governo) e con un Isee fino a 6.000 euro. L’assegno potrà essere speso per servizi, cura e assistenza, in ogni caso non arriverà prima di gennaio 2025 e la sperimentazione andrà avanti soltanto fino al 2026, tenendo conto che circa un terzo degli Isee è compreso tra i 3.000 e i 9.000 euro.

Alfredo Magnifico