(Adnkronos) – "Da dicembre è in atto una ripresa sensibile dei casi di morbillo tra gli adulti ma va detto anche che le misure di prevenzione che si stanno adottando nelle strutture di cura e ospedaliere per fronteggiare il Covid, ossia l’uso delle mascherine e la frequente igiene delle mani, stanno impedendo i cosiddetti 'casi secondari', quelli che si verificano in primis tra i sanitari e gli altri utenti che vengono in contatto con il malato". La vaccinazione è consigliata "a tutti coloro che non lo hanno fatto o non hanno sviluppato gli anticorpi, e che lavorano in ambienti sanitari". Così, in un’intervista su 'Il Messaggero', Emanuele Nicastri, direttore dell'unità di Malattie infettive ad alta intensità di cura dell'ospedale Spallanzani di Roma, commentando la circolare emanata dalla Regione Lazio per rinnovare agli operatori sanitari le raccomandazioni di prevenzione e controllo. Soprattutto l'invito alla vaccinazione rispetto a una delle malattie più contagiose. "Ha fatto bene la Regione a emanare la circolare che – sottolinea Nicastri – di fatto è un warning ad alzare ancora di più la guardia per prevenire focolai ed epidemie". E sui casi tra gli adulti: "Si tratta di malati con età media di 35/36 anni. Questo perché fino al 2017 il vaccino contro il morbillo non era obbligatorio. La circolare ministeriale poi introducendolo è andata a ritroso nella popolazione fino al 2000. Ma abbiamo la quasi totalità della popolazione nata negli anni ‘90 che non ha sviluppato gli anticorpi, a meno che non abbia già avuto la malattia”. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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