Gaza, annunciato corridoio marittimo per aiuti: partecipa anche Italia

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(Adnkronos) – "La situazione umanitaria a Gaza è terribile, famiglie di palestinesi innocenti e bambini sono disperati per le necessità fondamentali. E' per questo che oggi la Commissione Europea, la Germania, la Grecia, l'Italia, l'Olanda, la Repubblica di Cipro, gli Emirati Arabi Uniti, il Regno Unito e gli Stati Uniti annunciano l'intento di aprire un corridoio marittimo per consegnare una quantità maggiore, così necessaria, di aiuti umanitari via mare". E' quanto si legge in una dichiarazione congiunta, diffusa dalla Casa Bianca, in cui si sottolinea che queste nazioni intendono lavorare in coordinamento con la coordinatrice dell'Onu per Gaza, Sigrid Kaag, che "ha responsabilità di facilitare, coordinare, monitorare e verificare il flusso degli aiuti a Gaza". Nella dichiarazione si sottolinea l'importanza della "leadership di Cipro nell'istituire l'Iniziativa Amalthea Initiative, per l'invio sicuro di aiuti da Cipro a Gaza via mare", e gli "sforzi dell'Uae nel mobilitare sostegno per l'Iniziativa che produrrà il primo invio di aiuti alimentari via mare". "Cipro presto riunirà alti funzionari per discutere come accelerare questo canale marittimo per sostenere i bisognosi, in aggiunta alle via di terra e di aria", prosegue la dichiarazione che ricorda che gli Usa saranno alla guida di una "missione militare per realizzare un molto temporaneo a Gaza, in coordinamento con partner umanitari ed altri Paesi, per permettere la consegna di significative consegne di aiuti via mare". "Questi sforzi saranno coordinati in modo stretto con il governo israeliano", si aggiunge. "La consegna di aiuti umanitari direttamente a Gaza sarà complessa", riconosce la dichiarazione che sottolinea che "le nostre nazioni continueranno valutare gli sforzi per assicurare una consegna di aiuti più efficace possibile".  "Continueremo a lavorare con Israele per espandere le consegne via terra, insistendo che faciliti altri percorsi e apra valichi aggiuntivi per portare più aiuti a più persone – conclude la dichiarazione – affermiamo che la protezione delle vite dei civili è un elemento chiave della legge umanitaria che deve essere protetta. E insieme dobbiamo fare tutti di più per assicurare l'aiuto a persone che ne hanno disperato bisogno".  "Israele accoglie con favore l'apertura del corridoio marittimo da Cipro alla Striscia di Gaza" che "consentirà l'aumento degli aiuti umanitari alla Striscia di Gaza, dopo controlli di sicurezza secondo gli standard israeliani", si legge in una dichiarazione diffusa su X dal portavoce del ministero degli Esteri israeliano, Lior Haiat. Israele "continuerà a facilitare il trasferimento di aiuti umanitari agli abitanti della Striscia di Gaza nel rispetto delle leggi di guerra e in coordinamento con gli Stati Uniti e i nostri alleati nel mondo". "Continueremo a combattere contro Hamas, un'organizzazione che chiedere la distruzione dello Stato di Israele e ha sferrato il massacro del 7 ottobre, fino alla sua eliminazione e al ritorno di tutti gli ostaggi", ribadiscono. Per Israele "è molto importante che altri Paesi si uniscano all'iniziativa di Cipro e all'impegno internazionale per il trasferimento di aiuti".    “Il fallimento dei negoziati al Cairo non significa necessariamente la fine delle trattative” con Israele. Lo afferma Mohamed Nazzal, membro dell’ufficio di Hamas, in una dichiarazione ad Al Jazeera in cui ha suggerito la possibilità di un nuovo round 48 ore prima dell’inizio di Ramadan, data entro la quale il presidente americano, Joe Biden aveva espresso speranza di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza. Nazzal sostiene che Israele “non vuole offrire nulla: non vuole un cessate il fuoco permanente, ma solo una tregua temporanea, né il ritorno degli sfollati dal sud al nord della Striscia di Gaza”. Al Jazeera ha riferito che la CNN, citando un funzionario americano, ha confermato l'arrivo del direttore della CIA William Burns in Qatar, in quello che potrebbe essere l'ultimo tentativo di garantire un accordo prima del mese di Ramadan. Salgono intanto a quasi 30.900 morti il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. L'ultimo bollettino del ministero della Salute di Gaza, che nel 2007 finì sotto il controllo di Hamas, parla di 30.878 morti, 78 nelle ultime 24 ore, e 72.402 feriti. E' la tv satellitare al-Jazeera a riferire del nuovo bilancio diffuso a Gaza.  Da Joe Biden arriva un monito a Israele: "Deve fare la sua parte, deve permettere più aiuti umanitari a Gaza e garantire che gli operatori umanitari non finiscano sotto tiro. Alla leadership israeliana dico: l'assistenza umanitaria non può essere una considerazione secondaria o una merce di scambio, proteggere e salvare gli innocenti deve essere un priorità". "Israele ha un compito difficile perché Hamas si nasconde ed opera tra la popolazione civile, però al contempo ha la responsabilità fondamentale di proteggere i civili innocenti a Gaza – ha detto Biden durante il discorso sull Stato dell'Unione- questa guerra ha provocato più vittime civili di tutte le altre guerre a Gaza, sono morti oltre 30mila palestinesi. La maggioranza non sono di Hamas, migliaia sono donne e bambini innocenti". Poi la situazione umanitaria: "Quasi due milioni di palestinesi sfollati, case distrutte, quartieri e città in macerie, famiglie senza cibo, senza acqua, senza medicine", ha detto Biden che nel suo discorso ha annunciato, come aveva già anticipato la sua amministrazione, di aver ordinato l'avvio di una missione militare Usa per avviare la costruzione di un porto temporaneo a Gaza per permettere l'arrivo di navi con aiuti umanitari.  Nel suo discorso, comunque, Biden ha ribadito che Israele ha il diritto di continuare la sua operazione contro Hamas in risposta agli attacchi del 7 ottobre, in cui sono state uccise 1200 persone e rapite 240, "il giorno più sanguinoso per gli ebrei dal tempo dell'Olocausto". Ed ha affermato che Hamas "potrebbe mettere fine al conflitto oggi, liberando gli ostaggi, consegnando le armi e i responsabili degli attacchi: in questo modo gli ostaggi tornerebbero a casa, si allevierebbe l'intollerabile situazione umanitaria e si andrebbe verso qualcosa di più duraturo".  Un'indagine dell’Idf sulle vittime in attesa di aiuti umanitari, a Gaza la scorsa settimana, ha stabilito che le truppe israeliane non spararono sul convoglio umanitario, ma solo su sospetti terroristi che si erano avvicinati ad esso. Lo scrive Ynet News. Il ministero degli Esteri palestinese, dal canto suo, respinge i risultati dell'inchiesta delle forze israeliane sull'"incidente". Il ministero, riporta la tv satellitare al-Jazeera dopo le notizie dei media israeliani, esorta la comunità internazionale a "chiedere una commissione d'inchiesta internazionale indipendente" che faccia luce su quanto accaduto.  Le Brigate Al-Quds hanno riferito che il loro battaglione Jenin è impegnato in scontri armati con le forze israeliane nel villaggio di Silat al-Harithiya, a circa 10 km a nord-ovest della città occupata di Jenin, nel nord della Cisgiordania. In una dichiarazione su Telegram, il braccio armato della Jihad islamica afferma che gli scontri sono avvenuti mentre le forze israeliane stavano attaccando il villaggio con proiettili pesanti e ordigni esplosivi, senza fornire ulteriori dettagli.  Aerei da guerra israeliani hanno distrutto completamente una casa nel sud del Libano. Lo ha reso noto l'agenzia di Stato libanese, precisando che l'edificio colpito si trovava tra al-Mansouri e Majdal Zoun, due villaggi a pochi chilometri dal confine con Israele.  Il Comando centrale Usa (Centcom) conferma raid di "autodifesa" nel contesto delle operazioni contro gli Houthi dello Yemen. "Tra le 15.35 e le 16.55 (di giovedì ora di Sana'a), il Centcom ha condotto operazioni di autodifesa contro quattro missili da crociera antinave (Ascm) e un drone degli Houthi in aree dello Yemen sotto il controllo degli Houthi", si legge in una nota diffusa stamani via X. "Le forze del Centcom hanno anche abbattuto tre droni lanciati da aree dello Yemen sotto il controllo degli Houthi sostenuti dall'Iran in direzione del Golfo di Aden". La nota ribadisce che si tratta di interventi "per proteggere la libertà di navigazione e rendere le acque internazionali più sicure per la Marina Usa e i mercantili".  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)