(Adnkronos) – Gli attacchi israeliani nella parte orientale di Khan Younis, nel sud di Gaza, hanno finora causato la morte di almeno 45 persone. Lo ha riferito Mohamed Saqer, portavoce ufficiale dell'ospedale Nasser di Khan Younis. L'attacco è avvenuto pochi minuti dopo che un portavoce militare israeliano su X aveva emesso nuovi ordini di evacuazione, invitando i residenti della zona a fuggire nella vicina al-Mawasi. La struttura medica, ultimo ospedale rimasto nella striscia di Gaza meridionale, ha ricevuto un numero crescente di feriti, tra cui bambini, da questa mattina, quando le forze israeliane hanno iniziato i loro attacchi aerei e terrestri.Un filmato video condiviso online e verificato dall’agenzia di controllo dei fatti Sanad di al Jazeera ha mostrato l’arrivo di un camion carico di morti e di persone ferite. Nel frattempo, a Deir el-Balah, nel centro di Gaza, il bombardamento israeliano di una casa ha ucciso almeno due palestinesi e ne ha feriti numerosi altri, secondo l'agenzia di stampa Wafa. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno confermato la morte di due ostaggi, rapiti e trattenuti insieme da Hamas a Khan Younis. Si tratta di Alex Dancyg, 75 anni, e Yagev Buchshtav, 35. La loro morte risale a mesi fa mentre i militari israeliani erano impegnati nell'operazione militare a Khan Younis, come precisano le Idf citando informazioni di intelligence. Il Times of Israel spiega che l'esercito non ha fornito dettagli sulle circostanze della loro morte citando un'indagine in corso. Si sta indagando sulla possibilità che siano stati uccisi dal fuoco israeliano, aggiunge. Dancyg e Buchshtav erano stati rapiti da Hamas dalle loro case nel kibbutz Nir Oz e nel kibbutz Nirim durante l'assalto del 7 ottobre. A marzo Hamas aveva affermato che Buchshtav era morto per mancanza di cibo e medicine e Dancyg era stato ucciso dal fuoco israeliano. Le affermazioni non sono state confermate dalle Idf. La moglie di Buchshtav, Rimon Kirsht Buchshtav, è stata rapita insieme a lui e poi rilasciata il 28 novembre nell'ambito di un accordo con Hamas.
Almeno 39.006 palestinesi sono stati uccisi e 89.818 feriti dall'inizio dell'offensiva militare israeliana contro Hamas a Gaza. Lo afferma il ministero della Salute della Striscia guidato da Hamas. Da parte sua, Israele afferma di aver ucciso circa 15.000 combattenti in battaglia e circa 1.000 terroristi all'interno di Israele. Il bilancio delle vittime israeliane nell'offensiva terrestre contro Hamas a Gaza e nelle operazioni militari lungo il confine con la Striscia ammonta a 327 persone. L'Idf ha intercettato stamattina numerosi razzi nel nord di Israele. Lo ha dichiarato l'esercito israeliano, aggiungendo che "tra le 7.40 e le 7.42 le sirene hanno risuonato in quattro località nel nord di Israele: Majdal Shams, She'ar Yashuv, Mas'ade e Nimrod. I razzi intercettati sarebbero riusciti ad attraversare il Libano e ad arrivare nella zona delle alture del Golan. Non sono stati segnalati feriti. Le sirene sono risuonate nelle comunità del nord a causa del potenziale pericolo di caduta di schegge. Era un cittadino americano l'uomo che ha estratto un coltello e ha minacciato i soldati israeliani all'ingresso kibbutz di Netiv Ha'asara, al confine con la Striscia di Gaza, accusando ''l'Idf sta uccidendo i civili a Gaza''. Lo riporta l'emittente Kan spiegando che le Forze di difesa israeliane hanno sventato un tentativo di accoltellamento e ucciso l'aggressore sparandogli. Le Idf e la polizia hanno parlato di ''attacco terroristico'', affermando che una donna di 61 anni è stata trattata dai medici perché in stato di shock. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ringrazierà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, durante il loro incontro a Washington, e affermerà che ''Israele e Stati Uniti saranno alleati oggi, domani e sempre'', chiunque guidi la Casa Bianca. Lo ha annunciato Netanyahu prima di salire per la prima volta sul Wing of Zion, il suo jet ufficiale che lo porterà negli Stati Uniti. Qui, oltre a Biden, incontrerà la vice presidente e candita alle presidenziali di novembre Kamala Harris. "In questo periodo di guerra e incertezza, è importante che i nemici di Israele sappiano che America e Israele sono uniti, oggi, domani e sempre", ha sottolineato, affermando che Israele resterà il più forte alleato degli Stati Uniti in Medioriente chiunque sarà a novembre il futuro presidente americano. "Vedrò il presidente Biden, che conosco da oltre quarant'anni – ha detto Netanyahu -. Sarà un'opportunità per ringraziarlo per le cose che ha fatto per Israele durante la guerra e durante la sua lunga e illustre carriera nel servizio pubblico, come senatore, vicepresidente e presidente". L'incontro ''sarà anche un'opportunità per discutere con lui su come portare avanti nei mesi critici a venire gli obiettivi che sono importanti per entrambi i nostri Paesi: ottenere il rilascio di tutti i nostri ostaggi, sconfiggere Hamas, affrontare l'asse terroristico dell'Iran e garantire che tutti i cittadini di Israele possano tornare sani e salvi alle loro case nel nord e nel sud", ha affermato Netanyahu. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)