(Adnkronos) – Una condanna e un'assoluzione per i genitori di Matteo Renzi. Il Tribunale di Firenze, presieduto dal giudice Fabio Frangini, ha condannato oggi, 24 luglio, a tre anni, due mesi e 15 giorni di reclusione Tiziano Renzi e Laura Bovoli per false fatture nel processo di primo grado per il fallimento delle cooperative Marmodiv, Delivery e Europe Service. Marito e moglie sono stati assolti, invece, dalle accuse principali di bancarotta, sotto vari profili, perchè il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto. La loro figlia Matilde, sorella di Matteo, è stata assolta dall'accusa di false fatture perché il fatto non sussiste e per la particolare tenuità del fatto Durante la requisitoria, il procuratore aggiunto Luca Turco aveva chiesto una condanna a cinque anni per i genitori del leader di Italia Viva, mentre per la figlia Matilde aveva chiesto 10 mesi. Condanne fino 4 anni 8 mesi erano state avanzate per altri otto imputati, tra legali rappresentanti delle cooperative coinvolte, componenti dei cda e imprenditori. Con la sentenza di oggi sono stati condannati anche per fatture fase: Pier Giovanni Spiteri a un anno, un mese e 15 giorni di reclusione; Pasqualino Furii a tre anni; Giuseppe Mincuzzi a due anni e tre mesi; Carlo Ravasio e Paolo Terreni a un anno e nove mesi ciascuno; Giovanna Gambino a quattro anni e tre mesi; Daniele Goglio a tre anni; Priyantha Punchihewa a un anno. Il Tribunale ha ordinato, inoltre, la confisca nei confronti della società Marmodiv della somma di 98.592,47 euro pari all'imposta complessivamente evasa e in caso di incampienza la confisca per equivalente della stessa somma anche a sei condannati tra cui i coniugi Renzi. Confisca anche nei confronti della Eventi 6 Srl della somma di 603.576,39 euro sempre per l'imposta evasa e in caso di incampienza la confisca per equivalente della stessa somma ai coniugo Renzi. La difesa dei genitori del leader di Italia Viva attende di leggere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate entro 90 giorni, per poi presentare ricorso in appello. L'avvocato Federico Bagattini ha ricordato che per questo procedimento i due coniugi erano stati messi agli arresti domiciliari nel 2019. "Era il processo delle bancarotte e sono stati assolti – ha dichiarato Bagattini – Voglio ricordare che se chi ha chiesto la misura e chi l'ha disposta avesse avuto previsione di questa sentenza, la misura cautelare non avrebbe potuto essere somministrata ai coniugi Renzi". Tiziano Renzi ha affidato a una nota il suo commento: "La sentenza di oggi è una sentenza ampiamente positiva per tanti aspetti: sono infatti azzerate tutte le infamanti accuse che in questi anni abbiamo ricevuto sulle bancarotte. Ci hanno persino arrestato per quell'accusa e oggi il Tribunale di Firenze ci ha assolto disintegrando l’impianto accusatorio della procura. Non abbiamo fatto nessuna bancarotta. Punto". "Questa ennesima assoluzione si aggiunge alle assoluzioni o archiviazioni di questi dieci anni a Genova, Cuneo, Firenze e Roma. E il fatto che mia figlia Matilde sia adesso totalmente fuori da ogni processo un mese dopo che è accaduta la stessa cosa a suo marito Andrea mi riempie il cuore di gioia – ha aggiunto Tiziano Renzi – La condanna per le quattro presunte false fatture mi sorprende perché noi in quella specifica vicenda non avevamo alcun ruolo. Ma con immutata fiducia nella verità, andremo in appello dove avremo modo di mostrare tecnicamente come siamo estranei anche da questa contestazione, peraltro marginale, per un valore inferiore a centomila euro". "Oggi si compie un grande passo in avanti: un tribunale sancisce che non abbiamo commesso i reati per cui siamo stati arrestati. Mi spiace perché per l’assoluzione completa dovremo aspettare ancora l’appello, tra un anno. Ma chi ha seguito il processo sa che quella di oggi è la vittoria della verità contro le contestazioni assurde della procura. Ricorreremo in appello sull false fatturazioni e chiederemo i danni in sede civile a chi ci ha insultato in questi anni", ha concluso Tiziano Renzi. Il processo di primo grado ha riguardato il fallimento delle cooperative Delivery Service Italia, Europe Service e Marmodiv, che si occupavano in particolare di volantinaggio e distribuzione di materiale pubblicitario. Secondo le accuse della Procura fiorentina, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, sarebbero stati amministratori di fatto delle tre coop, tramite persone di fiducia o comunque condizionando le decisioni prese all'interno delle stesse società dedite in particolare al volantinaggio e alla distribuzione di materiale pubblicitario.
L'indagine era partita dalla Delivery Service Italia, cooperativa dichiarata fallita a giugno 2015 e di cui Tiziano Renzi e Laura Bovoli sarebbero stati, per la Procura, amministratori di fatto fino a giugno 2010. In questo caso secondo le accuse i due coniugi, con altri imputati – tra cui Roberto "Billy" Bargilli, l'autista del camper di Matteo Renzi per le primarie per la segreteria del Pd del 2012 e in passato nel cda della cooperativa, che con la sentenza di oggi, 24 luglio 2024, è stato assolo da ogni accusa – avrebbero cagionato "il fallimento della società per effetto di operazione dolosa consistita nell'aver omesso sistematicamente di versare gli oneri previdenziali e le imposte, o comunque, aggravando il dissesto". Per quanto riguarda la Europe Service, fallita ad aprile 2018, invece i coniugi Renzi – considerati dalla Procura "amministratori di fatto fino a dicembre 2012" – erano accusati con altri imputati di aver sottratto "con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, i libri e le altre scritture contabili". C'è poi il caso della Marmodiv, cooperativa fallita con sentenza del Tribunale di Firenze il 20 marzo 2019. La bancarotta fraudolenta in questo caso era contestata oltre che a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, anche a Giuseppe Mincuzzi "presidente del cda fino al marzo 2018" e a Daniele Goglio "amministratore di fatto fino a marzo 2018" della Marmodiv. Per il procuratore aggiunto Luca Turco in questo caso i quattro imputati avrebbero concorso "a cagionare il dissesto della società esponendo, al fine di conseguire un ingiusto profitto, nel bilancio di esercizio al 31 dicembre 2017, approvato dall'assemblea dei soci il 27 giugno 2018 nell'attivo patrimoniale, crediti per 'fatture da emettere' non rispondenti al vero per un importo superiore a 370 mila euro, così iscrivendo a conto economico maggiori ricavi ed evitando di evidenziare una perdita d'esercizio". Così continuava il capo di imputazione formulato dalla Procura, "Renzi, Bovoli e Mincuzzi – presidente del consiglio di amministrazione fino al 15 marzo 2018 – erano in grado di 'cedere' all'amministratore di fatto Daniele Goglio la cooperativa ormai fortemente indebitata e Goglio poteva tenere la condotta distrattiva contestata". Per la Marmodiv i coniugi Renzi, con altri sei imputati, erano accusati anche di aver emesso alcune fatture "per operazioni in parte inesistenti" "al fine di consentire alla 'Eventi 6' l'evasione delle imposte sui redditi". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)