(Adnkronos) – Una donna è morta e altre sette persone sono rimaste ferite a Safed, nel nord di Israele, a seguito di un lancio di razzi dal Libano apparentemente ad opera di Hezbollah. Lo riportano i media dello Stato ebraico, citando il direttore generale del Magen David Adom, il servizio israeliano di primo soccorso. L'artiglieria dell'Idf ha colpito le città di Marwahin e Tayr Harfa, nel sud del Libano, in risposta al pesante lancio di razzi, ha riferito la rete libanese affiliata a Hezbollah Al-Mayadeen. Un soldato israeliano è stato ucciso e diversi altri militari sono stati ricoverati in ospedale a causa del lancio di razzi di Hezbollah nel nord di Israele, ha reso noto l'Idf, precisando che "sono stati identificati numerosi lanci che attraversavano il Libano verso le aree di Netu'a, Manara e verso una base dell'Idf nel nord di Israele. L'Idf ha colpito sulla zona di provenienza dei lanci, che hanno provocato la morte di un militare, mentre molti altri soldati sono rimasti feriti. I militari sono stati trasferiti in ospedale per cure mediche, le loro famiglie non sono state ancora informate". Israele-Hamas e la tregua, il punto Continueranno per tre giorni i colloqui al Cairo tra Stati Uniti, Israele, Qatar ed Egitto per cercare di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e il rilascio degli ostaggi in cambio dei detenuti palestinesi dopo che, finora, i negoziati non hanno portato a risultati. Lo scrive il New York Times citando a condizione di anonimato un funzionario egiziano. Il tenore dei colloqui, finora, è ''positivo'' spiega la fonte. E ora andranno avanti a un livello inferiore. Anche il Times of Israel ha parlato dell'estensione dei negoziati. La delegazione israeliana, guidata dal capo del Mossad David Barnea, è rientrata dal Cairo, come ha spiegato un funzionario dell'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu citato dal Times of Israel. Insieme al capo dello Shin Bet, Ronen Bar, Barnea ha incontrato al Cairo il primo ministro e ministro degli Esteri del Qatar Mohammed bin Abdulrahman Al Thani e il capo della Cia William Burns. Egitto Qatar e Stati Uniti stanno cercando ancora una volta di raggiungere un cessate il fuoco più lungo per la Striscia di Gaza. In cambio, gli ostaggi ancora nell'enclave palestinese sarebbero liberati in cambio di detenuti palestinesi nelle carceri di Israele. Intanto inizia oggi il processo di revisione dell'Unrwa, l'Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di assistere i rifugiati palestinesi e che è finita nel mirino dopo che una decina di suoi dipendenti sono stati accusati di aver partecipato all'assalto di Hamas del 7 ottobre contro Israele. A guidare la revisione sarà un gruppo indipendente nominato dal segretario generale dell'Onu Antonio Guterres in coordinamento con il Commissario generale di Unrwa Philippe Lazzarini. A capo della squadra c'è l'ex ministra degli francese Catherine Colonna, 67 anni, che lavorerà insieme a esperti del Raoul Wallenberg Institute svedese, il Michelsen Institute norvegese e il danese Institute for Human Rights. Entro la fine di marzo è previsto un primo rapporto provvisorio. Molti Paesi occidentali, compresi i principali donatori Stati Uniti e Germania, hanno sospeso temporaneamente i propri finanziamenti all'Unrwa dopo le accuse in relazione al massacro del 7 ottobre. Guterres ha promesso che verrà fatta chiarezza e ha messo fine immediatamente alla collaborazione con i dipendenti sospettati. Il gruppo di revisori valuterà se l'Unrwa ha mantenuto il suo ruolo neutrale e suggerirà eventuali modifiche. Gli Stati Uniti, tra gli altri, hanno chiesto riforme di base. Israele, invece, chiede lo scioglimento dlel'Unrwa accusandola di essere completamente infiltrata da Hamas. Intanto, mentre si continua a lavorare per una tregua tra Israele e Hamas, gli Houthi hanno denunciato nuovi raid aerei Usa e Gb contro obiettivi nella regione di Hodeida, nello Yemen occidentale. ''L'aggressore Usa-Gb ha lanciato un attacco su Ras Isa, nel distretto di Al Salif'' nella regione di Hodeida, ha scritto in un tweet il portavoce degli Houthi Abdulsalam Jahaf, membro del Consiglio di Difesa e Sicurezza. Al momento non si registrano danni e né gli Stati Uniti, né la Gran Bretagna hanno confermato i raid. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)