Netanyahu: “Stato palestinese? Non accettiamo diktat”. Continua operazione a Khan Younis

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(Adnkronos) – "Israele respinge senza riserve i diktat internazionali" sul riconoscimento di uno Stato palestinese e ritiene che tale accordo possa essere "raggiunto solo attraverso negoziati diretti tra le parti, senza precondizioni". Così sul social X il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, dopo un nuovo colloquio sulla guerra a Gaza con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden.  "Israele continuerà ad opporsi al riconoscimento unilaterale di uno Stato palestinese – ha aggiunto Netanyahu -. Tale riconoscimento all'indomani degli attacchi del 7 ottobre rappresenterebbe un premio enorme per il terrorismo, come non ne abbiamo mai visti, e impedirebbe qualsiasi futuro accordo di pace". Nel nuovo colloquio tra il presidente Usa e il primo ministro israeliano, riporta la Casa Bianca, Biden ha parlato della situazione a Rafah e ha ribadito che un'operazione militare non dovrebbe procedere senza un piano credibile ed eseguibile per garantire la sicurezza ai civili della città nel sud della Striscia di Gaza. Il presidente e Netanyahu hanno discusso anche dei negoziati sugli ostaggi in corso. Biden ha ribadito il suo impegno a lavorare "instancabilmente" per ottenere il rilascio di tutti gli ostaggi il prima possibile, riconoscendo la loro situazione spaventosa dopo 132 giorni di prigionia nelle mani di Hamas. Il presidente ed il primo ministro hanno discusso anche della situazione a Gaza e dell'urgenza di garantire che gli aiuti umanitari arrivino ai civili palestinesi che ne hanno disperato bisogno. Prosegue intanto l'operazione delle Forze di difesa israeliane nell'ospedale Nasser di Khan Younis a seguito di notizie di intelligence riguardanti la possibile presenza di ostaggi all'interno. Lo riporta Haaretz, mentre dall'ospedale fanno sapere che i generatori elettrici non funzionano più e che la vita di diversi pazienti, inclusa quella di tre bambini nati prematuri e di sei ricoverati in terapia intensiva, è a rischio. Le forze israeliane avrebbero preso d'assalto il reparto maternità dell'ospedale, riporta al Jazeera. In una dichiarazione su Telegram, il ministero della Sanità di Gaza controllato da Hamas ha inoltre affermato che le truppe avrebbero costretto donne e bambini a lasciare l'unità senza effetti personali. I soldati avrebbero anche fatto irruzione nell'edificio amministrativo del complesso. Ieri sera, il ministero ha affermato che l'ospedale "è diventato una base militare". Ha inoltre riferito che centinaia di pazienti e membri del personale sono stati trasferiti in un vecchio edificio nel complesso ospedaliero, dove scarseggiano cibo, acqua e latte per i bambini. Il portavoce delle Idf, Daniel Hagari, ha precisato che un "terrorista" arrestato ha rivelato durante l'interrogatorio che in passato al Nasser erano stati tenuti degli ostaggi, confermando le informazioni date da alcuni degli ostaggi liberati. Un quarto paziente sarebbe intanto morto, rende noto il ministero della Sanità di Gaza. Tre pazienti sono morti durante la notte a seguito dell’incursione nell’ospedale, l’ultima di una serie di attacchi contro strutture mediche che ospitano migliaia di pazienti, sfollati e personale sanitario e dove, secondo Tel Aviv, si nasconderebbero anche militanti di Hamas. Gli Stati Uniti hanno avviato un’indagine indipendente su due sparatorie da parte delle forze di sicurezza israeliane, che avrebbero ucciso ragazzi palestinesi-americani in Giudea e Samaria il mese scorso. Investigatori dell'ambasciata americana a Gerusalemme hanno visitato la scena della sparatoria e le case delle vittime, hanno raccolto le testimonianze delle famiglie e hanno raccolto prove per un rapporto.  Una delle morti su cui stanno indagando gli americani è quella del ragazzo di 17 anni Muhammad Ahmed al-Khadour, nato in Florida e ucciso a colpi di arma da fuoco sabato scorso mentre era alla guida di un'auto con suo cugino vicino al suo villaggio. La seconda morte è quella del ragazzo di 17 anni Tawfik Hijazi, colpito da un proiettile alla testa durante uno scontro con i soldati vicino a Ramallah a gennaio. Un incontro tra le fazioni palestinesi si terrà dal 29 febbraio a Mosca. Lo ha annunciato all'agenzia Tass il rappresentante speciale del presidente russo per il Medio Oriente e i Paesi africani, il vice ministro degli Esteri Mikhail Bogdanov, precisando che la Federazione Russa ha invitato all'incontro i rappresentanti di un massimo di 14 organizzazioni, tra cui Hamas e la Jihad islamica. Quest'ultima, per voce del suo rappresentante in Libano, Muhammad al-Haj Musa, ha già confermato che invierà una delegazione. Cinque miliziani libanesi sono stati uccisi nelle scorse ore in raid aerei israeliani. Lo riferiscono Hezbollah e il gruppo alleato Amal, mentre le Forze di difesa israeliane (Idf) spiegano di aver colpito un complesso militare di Hezbollah nella città di Qantara. Il partito fondato da Hassan Nasrallah precisa di aver perso due uomini nell'attacco israeliano, diffondendone le immagini sui social, mentre sono tre i miliziani di Amal rimasti uccisi. Sarebbero intanto 28.775 i morti e 68.552 i feriti nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Questo il nuovo bilancio diffuso dal ministero della Sanità di Gaza, sotto il controllo di Hamas, passati oltre quattro mesi dall'inizio delle operazioni israeliane nell'enclave palestinese. Secondo la fonte, solo nelle ultime 24 ore a Gaza si contano 112 "martiri" e 157 feriti. Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato che un altro soldato è morto nei combattimenti nel sud della Striscia di Gaza. Il militare si chiamava Noam Haba, aveva 20 anni, originario di Gerusalemme e apparteneva al 202esimo battaglione della brigata paracadutisti. Sale così a 234 il numero dei soldati uccisi a Gaza dall'inizio dell'operazione di terra. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)