Istat: fermo il reddito delle famiglie. In calo i profitti delle società

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L’Istat diffonde alcuni indicatori trimestrali per le famiglie e le società non finanziarie calcolati sulla base dei conti trimestrali per settore istituzionale relativi al terzo trimestre 2010
Gli indicatori qui presentati, depurati della componente stagionale, consentono un’analisi tempestiva dei comportamenti delle famiglie e delle imprese nelle diverse fasi del ciclo economico e contribuiscono ai conti economici trimestrali per settore istituzionale dell’Unione Europea e dell’Unione Monetaria, diffusi dall’Eurostat e dalla Banca Centrale Europea.
I conti trimestrali per settore istituzionale seguono i concetti e le definizioni dei corrispondenti conti annuali. Tuttavia, le informazioni disponibili a cadenza trimestrale non presentano lo stesso grado di completezza di quelle utilizzate per le stime annuali e richiedono pertanto il ricorso a metodi statistici per la stima dei dati mancanti. I dati qui presentati sono coerenti con i conti economici trimestrali pubblicati il 10 dicembre 2010 e il conto trimestrale delle AP pubblicato il 10 gennaio 2011. Si fa presente che, con riferimento a questi indicatori, il settore delle famiglie comprende le famiglie consumatrici, le famiglie produttrici (imprese individuali, società semplici fino a cinque addetti e liberi professionisti) e le istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Pertanto, il risparmio ed il reddito disponibile lordo delle famiglie sono influenzati dai risultati economici delle piccole imprese mentre la spesa per consumi finali delle famiglie include anche i beni e servizi offerti, gratuitamente o a prezzi non significativi, dalle istituzioni senza scopo di lucro al servizio delle famiglie. Il settore delle società non finanziarie comprende tutte le società di persone e di capitale e le imprese individuali con oltre 5 addetti che svolgono la loro attività nei settori diversi da quelli finanziari.

Principali risultati

Nel terzo trimestre del 2010 la propensione al risparmio delle famiglie (definita dal rapporto tra il risparmio lordo delle famiglie e il loro reddito disponibile entrambi depurati della componente stagionale) è stata pari al 12,1 per cento, in diminuzione di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2009. La flessione del tasso di risparmio è il risultato, in questo trimestre, di una stasi del reddito disponibile, cui si accompagna una dinamica positiva della spesa per consumi. Infatti il reddito disponibile delle famiglie nel terzo trimestre 2010 non si è modificato rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa delle famiglie per consumi finali ha segnato un aumento dello 0,8 per cento. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è aumentato dell’1,4 per cento, a fronte di un incremento del 2,4 per cento della spesa delle famiglie per consumi finali. Il potere di acquisto delle famiglie (cioè il reddito disponibile delle famiglie in termini reali) è diminuito dello 0,5 per cento sia rispetto al trimestre precedente che al corrispondente trimestre del 2009. Nel complesso, da gennaio a settembre 2010 le famiglie hanno subito una riduzione del loro potere d’acquisto dell’1,2 per cento rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente; nei primi nove mesi del 2009 la perdita di potere d’acquisto era stata molto più incisiva e pari al -3,2 per cento. Il tasso di investimento delle famiglie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi, che comprendono gli acquisti di abitazioni e gli investimenti strumentali delle piccole imprese classificate nel settore, e il reddito disponibile lordo) nel terzo trimestre 2010 si è attestato all’8,8 per cento, superiore di appena 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al terzo trimestre dell’anno precedente. Gli investimenti delle famiglie sono, infatti, aumentati solo dello 0,6 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre hanno mostrato una dinamica più vivace in termini tendenziali (+4,7 per cento). Nel terzo trimestre 2010 la quota di profitto delle società non finanziarie (data dal rapporto tra il risultato lordo di gestione e il valore aggiunto lordo a prezzi base) si è attestata al 41,7 per cento, con un aumento di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente: il risultato lordo di gestione ha registrato una crescita del 2,8 per cento, superiore all’aumento dell’1,8 per cento mostrato dal valore aggiunto. In termini tendenziali il recupero del tasso di profitto è più marcato (+1,6 punti percentuali), per effetto di una dinamica del risultato lordo di gestione (+7,1 per cento) decisamente più vivace di quella del valore aggiunto, aumentato del 3,0 per cento. Nel terzo trimestre 2010 il tasso di investimento delle società non finanziarie (definito dal rapporto tra gli investimenti fissi lordi ed il valore aggiunto lordo ai prezzi base) è stato pari al 23,4 per cento, registrando un aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,4 punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2009. Gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno, infatti, segnato una crescita in termini congiunturali in valori correnti pari al 2,1 per cento, superiore alla variazione positiva registrata dal valore aggiunto. Particolarmente marcata risulta la ripresa dell’attività di investimento delle società non finanziarie: infatti, rispetto all’analogo trimestre dell’anno precedente gli investimenti fissi lordi sono aumentati del 9,8 per cento.