Appalti pubblici, consultazione europea per riformare il settore

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Gli appalti pubblici rappresentano circa il 17% del PIL dell’Unione Europea; è necessario che questa risorsa sia utilizzata nel migliore dei modi, tramite un mercato europeo degli appalti più efficiente, per rilanciare l’economia e creare posti di lavoro. Riesaminare il sistema europeo degli appalti pubblici, adottando procedure più snelle e adeguando gli strumenti normativi alle sfide che il mercato impone è dunque una necessità anche alla luce dell’attuale normativa che risale a due direttive del 2004. Con quest’obiettivo la Commissione europea proporrà una proposta legislativa di revisione della materia, preceduta da una consultazione rivolta a tutte le parti interessate, in modo che la futura legislazione tenga conto dei loro punti di vista. I contributi dovranno pervenire entro il 18 aprile 2011 per posta, a: Commissione europea, Direzione generale Mercato interno e servizi, Unità C3, 1049 Bruxelles; oppure, per e-mail all’indirizzo: MARKT-CONSULT-PP-REFORM@ec.europa.eu Alla base della consultazione, un “Libro verde sulla modernizzazione della politica dell’UE in materia di appalti pubblici”, predisposto dalla Commissione europea che ha selezionato alcuni settori in cui è auspicabile l’introduzione di riforme. Il Libro verde chiede, per ciascun settore chiave, un parere sulle varie opzioni di modifica della normativa. Ad esempio, come semplificare le procedure vigenti senza compromettere garanzie essenziali di trasparenza e di non discriminazione tra gli offerenti; come ridurre la burocrazia che grava sugli operatori economici, in particolare le PMI; come facilitare la presentazione di offerte in gare di appalto transfrontaliere intra-europee; come garantire una concorrenza efficiente sui mercati degli appalti. Al fine di presentare alla Commissione europea una posizione italiana unitaria sul progetto di riforma del sistema degli appalti pubblici, il Dipartimento per le politiche comunitarie ha chiesto alle amministrazioni centrali competenti ed alle amministrazioni regionali osservazioni in merito alle proposte avanzate dagli uffici di Bruxelles.
Fonte: Dipartimento politiche comunitarie