Milleproroghe: Napolitano chiede correzioni, il Governo cerca una soluzione

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Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha inviato una lettera al Governo e per conoscenza ai presidenti delle Camere, per sollevare rilievi di costituzionalita’ sul decreto legge milleproroghe e sul suo iter, chiedendo correzioni. Il decreto, che scade domenica prossima, è in discussione in Aula alla Camera dove si attende l’annuncio della fiducia da parte del Governo. Nella lettera, Napolitano richiama l’attenzione sull’ampiezza e sull’eterogeneità delle modifiche fin qui apportate nel corso del procedimento di conversione al testo originario del decreto legge.
“Il Capo dello Stato – si legge in una nota del Quirinale – nel ricordare i rilievi ripetutamente espressi fin dall’inizio del settennato, ha messo in evidenza che la prassi irrituale con cui si introducono nei decreti legge disposizioni non strettamente attinenti al loro oggetto si pone in contrasto con puntuali norme della Costituzione, delle leggi e dei regolamenti parlamentari, eludendo il vaglio preventivo spettante al Capo dello Stato in sede di emanazione dei decreti legge”.”Mi riservo, qualora non sia possibile procedere alla modifica del testo del disegno di legge approvato dal Senato, di suggerire l’opportunità di adottare successivamente possibili norme interpretative e correttive, qualora io ritenga, in ultima istanza, di procedere alla promulgazione della legge. Devo infine avvertire che – si legge nel testo della lettera – a fronte di casi analoghi, non potrò d’ora in avanti rinunciare ad avvalermi della facolta’ di rinvio, anche alla luce dei rimedi che l’ordinamento prevede nell’eventualità della decadenza di un decreto legge”.
Da parte sua il premier Berlusconi, ricevuto al Quirinale, “ha convenuto sulle osservazioni di metodo formulate dal presidente della Repubblica”, mentre il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha sospeso in Aula l’esame del provvedimento dopo aver letto il testo della missiva. A questo ounto sono tre le possibili opzioni per l’Esecutivo: si pone la fiducia su un maxiemendamento; si tratta con l’opposizione mediando sui punti controversi e si approva in due giorni tra Camera e Senato un testo modificato di poco; si ritira il decreto e se ne presenta un altro dal primo marzo, previo accordo con Napolitano.

Fonte: Confcommercio