Contribuenti.it: crolla l’indice della tax compliance -0,8%

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Nei primi 2 mesi del 2011 l’evasione fiscale in Italia è cresciuta del 0,8%, confermandosi al primo posto in Europa con il 54,6% del reddito imponibile evaso. In termini di imposte sottratte all’erario siamo nell’ordine dei 179 miliardi di euro l’anno. E’ quanto emerge da una nuova indagine effettuata da KRLS Network of Business Ethics per conto di “Contribuenti.it”, il magazine dell’Associazione Contribuenti Italiani, condotta elaborando una serie di dati ministeriali, delle banche centrali, degli istituti di statistica e delle Polizie tributarie dei singoli Stati europei.
In Italia, negli ultimi 5 anni, l’indice della “Tax compliance”, che misura la fedeltà fiscale dei contribuenti, è sceso di 11,8 punti passando da 28,94% a 16,81%. Considerato che nel 2010 sono stati sottratti al fisco altri 29 MLD e recuperati appena 10 MLD l’ammontare complessivo evaso nel 2010 si avvicina intorno ai 19 miliardi di euro.
Nella speciale classifica degli evasori, l’Italia è seguita da Romania (42,4% del reddito imponibile non dichiarato), da Bulgaria (39,8%), Estonia (38,2%), Slovacchia (35,4%). In Italia i principali evasori sono gli industriali (32,8%) seguiti da bancari e assicurativi (28,3%), commercianti (11,7%), artigiani (10,9%), professionisti (8,9%) e lavoratori dipendenti (7,4%). A livello territoriale l’evasione è diffusa soprattutto nel Nord Ovest (29,4% del totale nazionale), seguito dal Nord Est (25,5%%). dal Centro (23,2 %) e Sud (21,9%).
Cinque sono le aree di evasione fiscale analizzate da Contribuenti.it: l’economia sommersa, l’economia criminale, l’evasione delle società di capitali, l’evasione delle big company e quella dei lavoratori autonomi e piccole imprese.
Inoltre, analizzando i bilanci dal 2005 al 2009 delle società di capitali, è emerso che su 800 mila società, la metà delle imprese presenta bilanci in rosso per più anni consecutivi (senza dunque pagare imposte), mentre il 15% delle grandi società di capitali dichiara redditi inferiori ai 10mila euro. Tra queste figurano anche società e banche quotate in borsa e alcune delle principali industrie italiane.
“Per combattere l’evasione fiscale bisogna ridurre le attuali aliquote fiscali di almeno 5 punti, migliorare la qualità dei servizi pubblici offerti eliminando gli sprechi di denaro pubblico e riformare il fisco sulla tax compliance – afferma Vittorio Carlomagno Presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – L’evasione fiscale è diventato lo sport più praticato dagli italiani al punto che anche i morti evadono il fisco tumulandosi da soli. Serve archiviare al più presto e per sempre la stagione degli accordi con gli evasori, prevedendo per gli stessi, oltre le manette, la pena accessoria dell’esclusione per sempre dai bandi pubblici, dagli incentivi e dai finanziamenti statali e comunitari, come accade in tutti i paesi civilizzati.