“Le recenti notizie di stampa su un probabile riassetto del gruppo Parmalat attraverso la creazione di una super holding, con capofila la Granorolo ed il sistema cooperativo, sa troppo di ingegneria finanziaria e ben poco di un vero ed organico piano industriale, a sostegno di un processo di crescita che ne rafforzi il ruolo strategico, quale azienda leader del comparto agroalimentare nel mercato globale”. Lo sostiene il Segretario nazionale della FAI-CISL, Stefano Faiotto, il quale insiste sulla necessità di evitare ogni sorta di “ammucchiata”, che finirebbe di indebolire tutta la filiera, con una sovrapposizione di realtà aziendali non complementari, senza alcuna possibilità quindi di generare forti sinergie; anzi, con la conseguenza, davvero nefasta, di innescare un processo di ristrutturazione che potrebbe avere perversi effetti sulla stessa possibilità di salvaguardare gli attuali livelli di occupazione”. “La FAI- prosegue Faiotto – non si arrocca su posizioni pregiudiziali, neppure rispetto alla francese Lactalis, lungo una chiara visione di consolidamento e di crescita del sistema Italia, possibile con un forte rafforzamento della nostra filiera”.
“Condividiamo – conclude Faiotto – la ricerca paziente del pool di banche per dare vita ad una cordata di imprenditori italiani che vogliano investire sul futuro della Parmalat. Anche la FAI lo auspica. Ogni valutazione e giudizio, tuttavia, saranno espressi, più che sugli assetti finanziari, sugli obiettivi e le scelte che scaturiranno dal piano industriale”.