Una nuova figura professionale, che nasce con l’obiettivo di valutare le aziende e gli uomini che vi lavorano: stiamo parlando dell’ispettore – certificatore. Attualmente gli ispettori certificatori sono 1679; si prospetta una crescita degli addetti nel settore anche in conseguenza dello sviluppo di nuovi schemi di certificazione, ma anche per le sempre maggiori richieste da parte di imprese e cittadini. Altro aspetto importante riguarda la certificazione delle figure professionali non regolamentate, tra le quali emerge il professionista della qualità (auditor e consulente), il cui valore sul mercato è più “consistente” se certificato attraverso un’attestazione e, nel contempo, genera un meccanismo di fiducia da parte del cliente che vi si rivolge.
Requisiti fondamentali per apprendere questa professione sono un’istruzione di livello secondario ed almeno cinque anni di esperienza di lavoro complessiva, di cui almeno due nel campo dei sistemi di gestione. In più sono previsti specifici corsi di formazione e di addestramento come auditor, con un minimo di 40 ore di frequenza e relativa esperienza sul campo in termini di numeri di verifiche , sia in sede sia di accompagnamento, che vengono realizzate prima in qualità di osservatore e, infine, come ispettore.
Essenziale è anche la conoscenza della lingua inglese, per poter affrontare lo studio degli standard internazionali di accreditamento. Non vanno trascurate nemmeno le qualità che non si imparano sui libri, ovvero “i principi di indipendenza, imparzialità, integrità e riservatezza, e il possesso di elevate doti di capacità di osservazione e ascolto” (Federico Graziani, Presidente di Accredia). Importante il ruolo della formazione continua per il mantenimento ed il miglioramento delle proprie competenze.
Un tema, quello della certificazione, fortemente sentito, come ha ricordato Gianni Cavinato, Presidente dell’Associazione Consumatori Utenti (Acu): “L’utente ha il diritto di sapere con certezza chi sia il professionista cui si affida e quali siano le sue competenze. Inoltre, l’eventuale certificazione assicurerebbe anche una maggiore qualità del servizio, in quanto il lavoratore sarebbe soggetto a verifiche periodiche per l’accertamento del possesso dei requisiti e sarebbe maggiormente stimolato all’aggiornamento professionale.
“L’obiettivo di Accredia (ente unico nazionale di accreditamento, ndr) – ha aggiunto Trifiletti – è quello di analizzare le caratteristiche delle nuove figure professionali in modo da poter avviare quei processi necessari alla messa a punto di nuovi requisiti da valutare che diano piena risposta all’evoluzione delle professionalità”.
“Nel corso di questa Legislatura – ha dichiarato Luigi Perissich, Direttore Generale Confindustria SIT – si sta definendo una normativa sulle professioni non regolamentate di cui da anni si avverte l’esigenza. Allo studio anche la proposta di predisporre un elenco di professionisti presso la Camera di Commercio e Unioncamere”.
di Anita Ottaviano