Dipartimento finanze: entrate Iva in calo, causa la crisi economica

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Il Dipartimento delle Finanze pubblica le statistiche sulle dichiarazioni IVA e sulle dichiarazioni dei redditi delle Società di Persone e degli Enti Non Commerciali presentate nel 2010, relative all’anno d’imposta 2009.

DICHIARAZIONI IVA

Volume d’affari e totale acquisti

Nel 2009 la profonda crisi economica, che ha manifestato pienamente i suoi effetti con una forte riduzione del PIL reale (-5,2%) e nominale (-3,1%), ha inciso in modo significativo sulle grandezze rilevanti per la determinazione dell’IVA.

Dal confronto con il 2008, emerge di riflesso che il volume d’affari complessivo dichiarato(2.991 miliardi di euro) e gli acquisti ed importazioni (2.342 miliardi di euro) hanno subito una forte contrazione (rispettivamente pari a -11,86% e -14,01%). Il saldo tra queste due grandezze rappresenta il “valore aggiunto fiscale” che resta costante in rapporto al PIL (42,7% nel 2009 rispetto al 42,8% del 2008) pur facendo registrare, in valore assoluto, una flessione rispetto all’annoprecedente (-3,12%).

“IVA di competenza” dell’anno d’imposta

In linea con il quadro economico negativo sopradescritto, il saldo tra l’ammontare dell’imposta dovuta (-3% rispetto al 2008) e l’ammontare dell’imposta a credito (-21% rispetto all’anno precedente), che rappresenta l’“IVA di competenza” dell’anno d’imposta, ha fatto registrare un incremento (+3,83%), determinato da una maggiore contrazione degli acquisti imponibili rispetto a quella delle cessioni imponibili.

Tale andamento è riconducibile ad un consistente utilizzo delle rimanenze di magazzino (dovuto a previsioni di vendita più basse da parte degli operatori economici), ad una marcata diminuzione delle importazioni (determinata, oltre che dalla riduzione delle quantità importate, anche dal calo del prezzo del petrolio che ne riduce il valore) e ad una forte riduzione degli investimenti fissi lordi, fattori questi tutti imputabili alla congiuntura economica negativa.

La contrazione dei valori di cui sopra può anche essere ascrivibile alle nuove norme per il contrasto al fenomeno delle indebite compensazioni, norme contenute nel D.L. 78/2009 (la cosiddetta “manovra estiva”) e in vigore dal 1 gennaio 2010, che potrebbero aver ridotto, già nel 2009, scelte d’“acquisto” finalizzate esclusivamente ad abusare delle compensazioni.

Versamenti e crediti IVA

L’ammontare dei versamenti effettuati nel 2009 è diminuito (-3,47%), passando da circa 104 miliardi a 101 miliardi di euro ed il credito IVA si è notevolmente contratto (-13,88%), da circa 50 miliardi a 43 miliardi di euro. L’ammontare dei crediti richiesti a rimborso annuale è diminuito (-11,80%), così come l’importo da utilizzare in compensazione e/o in detrazione nell’anno successivo (-14,17%). Il 75% dei crediti da utilizzare in compensazione è dichiarato dalle Società di capitali, prevalentemente di grandi dimensioni. Risultano in flessione i crediti da utilizzare in compensazione nei settori maggiormente colpiti dalla crisi, quali l’industria (-20,98%) e le costruzioni (-13,87%).

Numero dichiarazioni

I contribuenti che hanno presentato la dichiarazione IVA per l’anno d’imposta 2009 sono circa 5.173.000, con una contenuta riduzione (-1,62%) rispetto all’anno precedente, dovuta principalmente alla mancata presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti che hanno aderito al “regime dei minimi”, la cui adesione nel 2009 è in crescita (+23,8%) rispetto al 2008, anno in cui il regime è stato introdotto. Tale riduzione comunque non influisce in maniera significativa sui principali aggregati IVA, poiché riguarda un numero di contribuenti con ricavi o compensi annui inferiori a 30.000 euro.

Analisi strutturale

I grandi contribuenti IVA (con volume d’affari di oltre 5.164.570 euro), che sono l’1,09%, dichiarano circa il 68% del totale del volume d’affari. L’83% del volume d’affari complessivo proviene dalle società di capitali.
Il settore più rappresentativo della platea dei contribuenti (25% del totale) è quello del“Commercio all’ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli e motocicli”, che detiene la quota maggiore tanto del volume d’affari (29%), quanto dell’ “IVA di competenza” dell’anno d’imposta (33%). Tale settore registra però nel 2009 una riduzione del volume d’affari (-81 miliardi di euro rispetto all’anno precedente).

Dal confronto con il 2008 risulta che la forte riduzione del volume d’affari complessivo (-400 miliardi di euro) è attribuibile per più del 50% al settore delle “Attività manifatturiere” (-205 miliardi di euro).

Tra i settori economici per in cui si riscontra un’ “IVA di competenza” dell’anno d’imposta negativa figurano, come nel 2008, gli operatori dei settori “Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione” e “Agricoltura, silvicoltura e pesca”, che quindi risultano con IVA a credito.

A livello territoriale, nelle regioni del nord-ovest viene dichiarato il 38,35% del volume d’affari complessivo e si produce il 43,62% dell’ “IVA di competenza” dell’anno d’imposta. Rispetto al 2008 emerge un decremento del volume d’affari (-14,19%) maggiore rispetto al dato nazionale (-11,86%). Nel sud e nelle isole l’incidenza di coloro che dichiarano imposta è invece minore,con appena il 9,11% del totale dell’ “IVA di competenza” dell’anno d’imposta.

L’analisi strutturale dei dati delle dichiarazioni IVA presenta andamenti sostanzialmente in linea con le statistiche dell’Istat.

DICHIARAZIONI DEI REDDITI DELLE SOCIETÀ DI PERSONE

Le società di persone che hanno presentato le dichiarazioni relative all’anno d’imposta 2009 sono pari a 1.006.198 ed evidenziano una contenuta diminuzione del numero di dichiaranti (-1,47%). Si conferma una tendenza già registrata nell’anno precedente ed in linea con l’andamento crescente del numero delle società di capitali negli ultimi anni.

Il reddito medio dichiarato dalle società di persone pari a 41.790 euro, subisce una riduzione rispetto all’anno precedente (-6,78%). Tuttavia, se si considerano solo le società che operano in continuità d’esercizio, il reddito medio pari a 42.340 euro è più alto del reddito medio complessivo (+1,32%).

La maggior parte delle società di persone è titolare di partita IVA, tra le varie tipologie di reddito dichiarato si segnalano il reddito d’impresa ed il reddito da lavoro autonomo, che mostrano andamenti in linea con la congiuntura economica. Si evidenzia in specie una contrazione del reddito d’impresa, tanto in termini di frequenze (-2,77%), quanto di ammontare (-10,66%), mentre aumentano i soggetti in perdita (+3,02%). In particolare, il reddito delle imprese in contabilità ordinaria diminuisce (-15,17%), così come quello dei soggetti in contabilità semplificata (-6,76%).

La riduzione più rilevante del reddito d’impresa è registrata nel settore “manifatturiero” (-24,49%), nel quale si assiste anche ad un aumento del numero dei soggetti in perdita (+22,83%). Con riferimento agli altri settori in cui è consistente il numero di società di persone, si segnala un sensibile calo del reddito d’impresa nelle costruzioni (-11,98%) e nel commercio (-7,57%).

Nei servizi di alloggio e ristorazione gli effetti della crisi sono meno evidenti (-1,86%) e nelle attività immobiliari si evidenzia invece un lieve incremento del reddito d’impresa (+0,21%). Il reddito da lavoro autonomo subisce un lieve calo (-2,91%), mentre le perdite aumentano (+14,15%).

DICHIARAZIONI DEI REDDITI DEGLI ENTI NON COMMERCIALI

Gli enti non commerciali, che hanno presentato la dichiarazione “Unico–Enti non commerciali” relativa al 2009, sono 137.598 (-0,46% rispetto al 2008). Tale diminuzione si riscontra principalmente tra gli enti pubblici.
Oltre l’85% degli enti non commerciali è rappresentato da associazioni e comitati (71,67%) e da altri enti ed istituzioni con personalità giuridica (13,92%). L’82% delle associazioni e comitati è impegnato in attività sportive e di tipo associativo (sindacali, organizzazioni professionali e religiose).

L’ammontare del reddito complessivo (2,3 miliardi di euro), che deriva in prevalenza dal reddito di fabbricati (69%), subisce una riduzione rispetto all’anno precedente (-3,34%). L’IRES dichiarata dagli enti non commerciali è pari a 485,4 milioni di euro e mostra una flessione contenutarispetto all’anno precedente (-2% circa). Tale andamento può essere stato influenzato anche dalla rafforzata attività di contrasto a fenomeni elusivi e/o evasivi.