La Confederazione fa sapere che nelle Pubbliche amministrazioni “il taglio del 50% delle spese per il lavoro precario, come previsto dalla passata manovra economica, produrrà disoccupazione e chiusura di servizi”, dunque sono questi “i numeri per pesare, quella che il ministro Brunetta definisce l”Italia peggiore'”.
Circa 240mila contratti precari nella pubblica amministrazione e oltre 200mila precari nel mondo della scuola. Sono alcuni numeri che delineano il fenomeno della precarietà all’interno del settore pubblico secondo alcuni dati forniti dal responsabile del dipartimento dei settori pubblici della CGIL Nazionale, Michele Gentile.
Secondo il sindacalista della CGIL, infatti, sono circa 240mila i contratti precari all’interno della pubblica amministrazione che, spiega “si dimezzeranno entro l’anno, senza che quindi vengano rinnovati, per effetto dei tagli imposti dalla manovra economica varata lo scorso anno”. Numeri ai quali, prosegue Gentile “vanno aggiunti i 200 mila precari del mondo della scuola che sono ancora in attesa di un piano di assunzioni sbandierato settimane fa dal Governo, ma del quale si sono perse le tracce”.
Gentile fa inoltre sapere che in tutte le Pubbliche amministrazioni “il taglio del 50% delle spese per il lavoro precario, come previsto dalla passata manovra economica, produrrà disoccupazione e chiusura di servizi: tutto per risparmiare 100 milioni di euro ogni anno, mentre si confermano ingenti e discrezionali spese superflue”. Basterebbero quindi questi numeri, sottolinea il sindacalista “per dare un’idea di quanto pesi quell’Italia peggiore, secondo la inqualificabile definizione del ministro Brunetta, ma con maggiore forza – conclude Gentile – ci penseranno gli stessi precari a rispedire al mittente le volgarità del ministro nel presidio organizzato a Roma sotto la sede del Ministero della Funzione Pubblica alle ore 18”