Il ticket sanitario previsto dalla manovra ”crea un doppio danno: ai cittadini e al servizio sanitario locale”. Lo sostiene il presidente dell’Emilia Romagna e della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, in una intervista al quotidiano “la Repubblica”, spiegando che la Regione sta cercando un’alternativa, ma nel frattempo si lavora ”al confronto col Governo per convincerlo al ritiro di questa misura iniqua”.
”Applicando un costo in piu’ alle prestazioni sanitarie comuni, ad esempio gli esami del sangue, rischiamo di incoraggiare i cittadini a rivolgersi ai privati’, avverte Errani, con la conseguenza che ”calano gli introiti per il servizio sanitario”.
”Il governo, a livello nazionale, ha deciso di finanziare solo 338 degli 824 milioni che costituivano l’ammontare dei trasferimenti statali sulla sanita’. I restanti 486 milioni dovrebbero essere recuperati dal ticket”, spiega il presidente Errani. ”In Emilia Romagna, il mancato trasferimento ammontera’ a circa 30 milioni di euro”. Nella regione, tuttavia, non scattera’ il ticket sulle visite specialistiche: ”Ci siamo dati due settimane per trovare formule piu’ eque e adeguate”.
Congelare il ticket sanitario ”e’ una buona scelta”, ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ”che va incontro alle difficolta’ delle persone che hanno meno”. Riferendosi poi all’Emilia-Romagna, Bonanni ha lodato l’ Amministrazione regionale, tra l’altro una delle prime a pronunciarsi sul ticket: ”Ho visto che qui hanno tagliato alcuni costi della politica e delle amministrazioni. Bisogna continuare fortemente su questo piano, perche’ abbiamo bisogno di esempi”.
Sul ticket Errani ribadisce in un intervento su “l’Unità” perché “quell’aumento potrebbe spingere qualcuno a rinunciare a una visita o a un esame che magari sono fondamentali per intervenire precocemente su una malattia. Quei 10 euro cioè vanno a incidere sul diritto alla salute. E poi perché è la solita logica di colpire in modo lineare presente in tutta la manovra”.