Phishing: Codacons, responsabili vanno perseguiti per truffa e frode informatica

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La recente decisione della seconda sezione penale della Corte di Cassazione secondo cui “fare transazioni in denaro, anche rubato, utilizzando il sistema del ‘phishing’, non e’ reato di riciclaggio, occorrendo anche il dolo” costituisce “l’ennesima sconfitta nella gia’ scarsa lotta al phishing”. E’ quanto afferma il Codacons commentando la recente sentenza della Corte che ha assolto due imprenditori palermitani dall’accusa di riciclaggio. La nota associazoine dei consumatori fa notare che “ogni giorno milioni di utenti ricevono decine di email contraffatte che mirano al furto d’identita’, senza che nessuno riesca ad arrestare queste persone e ad assicurarle alla giustizia”. Non si tratta del semplice spam – avverte l’associazione – ma di una vera e propria frode finalizzata all’acquisizione, per scopi illegali, di dati riservati. Secondo il Codacons le Procure dovrebbero perseguire i responsabili sia per l’ipotesi delittuosa della truffa (art. 640 del codice penale) sia per il reato di frode informatica (art. 640 ter).

Studio Cataldi