Confindustria: rischi sui mercati ancora alti

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Lo spread sui titoli italiani rimane ancora elevato, attorno ai 290 punti base. Questo è un segnale che i rischi per il nostro Paese rimangono ancora elevati. Giampaolo Galli, direttore generale di Confindustria, lancia un preciso allarme e lo fa durante l’audizione sulla manovra-bis in commissione Bilancio al Senato: “Occorre agire rapidamente – avverte – per ristabilire la fiducia dei mercati nell’Italia”. Per il direttore generale di via dell’Astronomia se i mercati credessero al pareggio nel 2013 o 2014, lo spread sarebbe a 100. Ora “la credibilità va riconquistata”, dice, perchè con lo spread Btp/Bund ancora su questi livelli “siamo pazzescamente a rischio”.
Galli ha anche sottolineato che la manovra va migliorata anche perchè non si può correre il rischio di dover fare ancora correzioni: un’altra manovra “sarebbe difficile da reggere”. E ha indicato che Confindustria guarda con favore all’ipotesi di Eurobond. La ricetta di Confindustria non cambia. Si ribadisce la necessità di intervenire sull’Iva e sulla lotta all’evasione, di superare le pensioni d’anzianità e di innalzare l’età di pensionamento delle lavoratrici private già dal 2012. Tutti tasselli che, sottolinea ancora il direttore generale, “avrebbero effetti molto rilevanti con risparmi a regime superiori a 15 miliardi di euro”. Sono misure, ribadisce via dell’Astronomia, che consentirebbero anche “di incentivare l’occupazione e lo sviluppo riducendo gradualmente il cuneo contributivo e fiscale su lavoratori e imprese”.
Servono dunque misure strutturali per correggere i conti e non ricette una tantum che non incidono sulla zavorra del debito pubblico. Ecco allora che Galli torna a evidenziare la contrarietà degli industriali a tutta una serie di interventi che compaiono ancora nel menu della manovra-bis, a cominciare dalla super Irpef. “Il contributo di solidarietà è profondamente ingiusto perché incide solo su coloro che dichiarano tutti i propri redditi e già contribuiscono sostanzialmente al benessere del Paese, e non su chi è davvero più ricco”, lamenta quindi Galli. Che aggiunge: “Riteniamo che al riguardo possa essere meno iniqua un’imposta ordinaria progressiva sui grandi patrimoni immobiliari”.
Secondo Confindustria, quindi, la strada per correggere la manovra deve portare, tra l’altro, ad anticipare l’aumento dell’aliquota Iva e “accelerare l’approvazione dei provvedimenti previsti dalla delega assistenziale e fiscale”. Per Galli tale accelerazione deve tradursi nell’eliminare gli abusi delle prestazioni assistenziali e ridurre, laddove non giustificate, le agevolazioni fiscali. Per Confindustria, dunque, è anche necessario anticipare la clausola di salvaguardia prevedendo un contenuto incremento dell’aliquota Iva ordinaria da 20 a 21% che determinerebbe un gettito aggiuntivo di circa 3,7 miliardi di euro annui.
Anche Rete Imprese Italia esprime una generale preoccupazione per una manovra economica che appare “poco strutturale, con molte entrate spot, ed un aumento della pressione fiscale”. Lo sottolinea il presidente di turno dell’alleanza di associazioni di imprese, e presidente della Cna, Ivan Malavasi, a margine delle audizioni in Senato.  Malavasi rileva una mancanza di crescita, ed un insieme di debolezze nelle norme della manovra. Intervenire sull’Iva sarebbe “una scelta sbagliata e depressiva”. Mentre il contributo di solidarietà, propone, potrebbe essere sostituito da una imposta “progressiva sui grandi patrimoni mobiliari e immobiliari escludendo quelli strumentali”.

Rodolfo Ricci
Conquiste del Lavoro