“La sfida è impegnativa, ma necessaria”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Abruzzo e assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, commentando le dichiarazioni del presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca, sulla Macroregione Adriatico-Ionica, il progetto di coesione economica, politica, sociale e culturale che coinvolge i Paesi che affacciano, appunto, sull’Adriatico e sul Mediterraneo. Il Presidente Spacca, durante le giornate che si stanno tenendo ad Ancona sulla Macroregione Adriatico-Ionica, ha dichiarato che essa “può rappresentare un’importante occasione per avviare un percorso di condivisione delle politiche di sviluppo dell’area”. “Sono d’accordo – ha commentato Castiglione – specialmente per le notevoli opportunità che la MacroRegione Adriatica può produrre. E’ importante essere riconosciuti dall’Unione Europea ed essere messi in condizioni di partecipare a finanziamenti a Bando, così come acquisire un necessario potere contrattuale con organismi finanziari ed economici nazionali ed europei
e la forza di penetrazione nei mercati economici confinanti, ed altro. Ma, appunto perché sono tante le opportunità e le iniziative a tal riguardo, esse andrebbero condivise con tutte le realtà che si riconoscono in quest’area territoriale e non solo leggerle sugli organi di stampa. Questo perché le Regioni Adriatico-Ioniche sono attori e non spettatori dell’iniziativa. Il 2014, anno in cui è fissato il termine per la concretizzazione del progetto della Macroregione Adriatico-Ionica, – ha spiegato Castiglione – è alle porte: bisogna arrivare preparati, con proposte progettuali definite, che tengano conto delle priorità di questo territorio, che conta quasi 100 milioni di abitanti, e che rispondano concretamente alla logica della concertazione interregionale in materia di sviluppo economico, di sanità, di infrastrutture”. L’assessore entra poi nel dettaglio e spiega ancora: “la Regione Abruzzo, da subito ha creduto in questo progetto, lavorando sinergicamente alla sua realizzazione con le altre istituzioni coinvolte. Faremo però in modo che all’interno di questo progetto trovi posto la nostra politica industriale, che è ormai ben delineata ed è coerente con quanto avviene a livello europeo: mi riferisco ha detto ancora Castiglione – alle Reti di impresa e ai Poli d’innovazione, strategie imprescindibili per la competitività e lo sviluppo in contesti internazionali. Nei tavoli della concertazione continueremo a portare il nostro contributo perché si sviluppi una politica interregionale univoca, che preveda, ad esempio, un’unica strategia infrastrutturale comprendente nodi logistici specializzati e d’eccellenza, evitando inutili duplicazioni o peggio ancora nodi competitivi. Immagino – ha proseguito l’assessore – che la macroregione possa e debba avere al proprio interno delle grandi infrastrutture “specializzate”: un grande porto turistico, un porto multimodale, un aeroporto per il trasporto merci ed uno per il trasporto di passeggeri, un interporto interregionale, un grande hub ferroviario ecc. Anche in ambito sanitario questo vasto territorio (comprendente Friuli Venezia Giulia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Montenegro, Albania e Grecia, ndr) dovrebbe individuare e sviluppare dei centri di “eccellenza” e pianificare la spesa sanitaria in maniera congiunta al fine di equilibrare le mobilità attive e passive interne al
territorio.Dovremmo, inoltre, dal lato ‘italiano’ avere la capacità di fornire un’unica risposta al federalismo fiscale – ha osservato l’assessore – con una politica unitaria tributaria, penso ad una riforma unica delle addizionali Irpef, ad una concertazione interregionale sull’Irap ecc. Sono percorsi importanti ed impegnativi e proprio per questo ci devono essere passaggi istituzionali convincenti, dove la Pubblica Amministrazione vuole assumere un ruolo primario e non secondario, visto che ne è parte integrante ed a pieno titolo. Inoltre, dovremo mettere in sinergia e in rete le diverse iniziative che le singole Regioni stanno mettendo in campo e che solo così potranno produrre un vero effetto moltiplicatore e duraturo nel tempo. Ricordo che, come Regione Abruzzo, abbiamo da tempo avviato un percorso di collaborazione con i Balcani. Ricordo i diversi protocolli ed accordi istituzionali ed economici sottoscritti con Bosnia, Montenegro, Serbia, Albania, che hanno portato all’istituzione di un volo Pescara-Mostar (di cui daremo i dovuti particolari tra qualche giorno), e numerose commesse di lavoro sulle quali stanno lavorando diverse imprese abruzzesi;
all’avviamento di forme di collaborazione istituzionali che agevolino e accelerino quelle integrazioni
economiche, sociali e culturali che rappresentano la base per creare una massa critica tale da avere una dimensione autorevole a cui corrisponda la dovuta attenzione delle istituzioni comunitarie e degli attori dell’economia europea ed internazionale. L’altra sfida, – ha specificato Castiglione – è la forza di avere un’unica capacità propositiva e relazionale con Bruxelles, sia in termini sinergici, con una “forza d’ingerenza” importante in termini legislativi e normativi (pensiamo solo al grande tema delle concessioni demaniali), sia in termini programmatici, e mi riferisco all’imminente programmazione dei Fondi Strutturali fino al 2020. Per il periodo in questione, infatti, la Commissione Europea propone di destinare 376 miliardi di euro finalizzati ad esplicitare strumenti di ‘politica di coesione’. Di essi, circa 39 miliardi andranno alle Regioni europee in transizione, comprendenti quelle che hanno un PIL pro capite pari al 75-90% rispetto alla media UE dei 27. L’Abruzzo è una di esse, insieme con altre regioni italiane in transizione, quali il Molise, la Puglia, la Basilicata e la Sardegna, e con altre regioni europee con le stesse caratteristiche di reddito. Occorre, dunque, favorire un progetto comune finalizzato alla creazione di un modello di sviluppo,
in coerenza con le identità che esse rappresentano. Come Assessorato allo Sviluppo Economico – ha concluso l’assessore – sarà nostro interesse voler chiamare ad uno stesso tavolo le regioni italiane interessate, per meglio porsi attorno ad una azione progettuale e territoriale ben definita e per avviare un effetto moltiplicatore importante per il nostro territorio e per le nostre PMI, che potranno provvedere a formare progetti comunitari assieme alle PMI delle altre regioni in transizione. Si potrebbero sin d’ora gettare le basi (sotto l’egida del Governo centrale e di Bruxelles) per una cabina di regia che coordini e gestisca un’unica politica di sviluppo, di interventi finanziari e normativi, fare in modo che i diversi territori dialoghino tra loro e pianifichino tutti insieme le prossime azioni programmatiche”. Il vicepresidente ha, inoltre, sottolineato “l’importanza che tutte le Regioni aderenti individuino da subito almeno tre ‘priorità di convergenza’ attraverso le quali rafforzare e consolidare il processo aggregativo: i rapporti con Bruxelles, la politica industriale e la rete infrastrutturale. A queste tre priorità va aggiunta una “vision” di fondo, trasversale e coerente con ogni iniziativa: la coesione sociale e culturale di tutte le popolazioni dell’area adriatico-ionica.