Cianfoni (FAI CISL): «incendi boschivi: pianificare la prevenzione»

0
844

Augusto Cianfoni – Segreterio generale della Fai Cisl dichiara: «L’estate scorsa, puntuali come una ineluttabile condanna, decine di migliaia di ettari bosco e di macchia mediterranea in ogni Regione sono andati in fumo. E’ un’altra sfaccettatura del decadimento generale dell’Italia che celebra i suoi ultimi centocinquant’anni con un piede nella fossa, ma si inebria di retorica. Il pur bravo Ministro Romano fa un resoconto della lotta agli incendi lodando i meriti del Corpo Forestale dello Stato. Ciò è comprensibile, ma, ci permetta il Ministro, non totalmente condivisibile. Ne diamo ragione! Negli stessi giorni in cui nei cieli d’Italia volavano instancabili i Canadair e gli Elicotteri, migliaia di lavoratori forestali in Campania, in Calabria, in Sicilia e in ogni dove vivevano la frustrante condizione di inutilità e di depressi creditori di stipendi e di diritti sanciti dalla contrattazione, colpevolmente elusi dallo Stato,dal Corpo Forestale dello Stato e dalle Regioni. Non ci sono soldi, ci dicono da anni! Ma ce ne sono per il business dell’antincendio, banchetto cui partecipa la peggiore politica e i grandi Commis di Stato, delle Regioni e delle Province. Vorremmo che il Ministro Romano, che stimiamo, si facesse promotore di una Commissione di inchiesta parlamentare per verificare a) quanto costa allo Stato e alle Regioni questo grande baccanale del pronto soccorso, b) chi lucra su questo business, c) quante giornate di lavoro si potrebbero garantire con il costo di ogni ora di volo dei Canadair, d) quali danni produce alle popolazioni della montagna, espropriate di occupazione e di reddito, che verrebbero invece loro assicurati con una programmata e pianificata gestione “diretta” di Comuni, Comunità montane, Province di tutte le attività idraulico agrarie e idraulico forestali, quelle delle opere di prevenzione degli incendi e di sorveglianza del territorio. Specie quest’ultima deve essere vista come un dovere delle stesse popolazioni montane, scaturente dall’esercizio di inalienabili diritti civici che solo uno Stato organizzato sull’arbitrio e sull’autoritario centralismo può pretendere di sovvertire. Questi argomenti non li decliniamo “contro” il Ministro nè verso chicchessia, ma come un contributo ad una inusitata riflessione che manca in questo nostro Paese da troppo tempo. Finita l’estate, arriveranno l’autunno e l’inverno. Frane e allagamenti saranno ancora business della Politica come accade da sempre in Italia dove abbiamo saputo trasformare la Protezione Civile nel Ministero dei Lavori pubblici. Decine di migliaia di lavoratori invocheranno lavoro e retribuzioni nell’indifferenza dello Stato e delle Istituzioni locali, ma non ci saranno i soldi perchè assorbiti senza limite dal “Pronto soccorso”! Anche questo malcostume è tra le priorità di cui il Paese deve farsi carico».