Sassari: taglio delle province, i presidenti a Roma per riconsegnare le fasce blu al Governo

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«A Roma per aderire alla manifestazione promossa dall’Unione delle Province d’Italia contro i tagli imposti agli enti locali da una manovra finanziaria che non risolve il problema degli sprechi della politica, mortifica i territori e i Comuni e produce disservizi». Così il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, annuncia la sua decisione di rispondere affermativamente, insieme al presidente del consiglio provinciale Enrico Piras, all’appuntamento che l’Upi ha fissato per domani, giovedì 15 settembre 2011, nella Sala del Garante di piazza Montecitorio, a Roma, dalle 10 alle 14, con tutti i presidenti degli esecutivi e delle assemblee provinciali d’Italia. Nel corso della manifestazione i presidenti degli enti di governo locale riconsegneranno le fasce blu nelle mani dei rappresentanti del Governo. «Così si afferma il dissenso nei confronti di una manovra che, dinanzi al grande problema degli sprechi della pubblica amministrazione, ha tentato di percorrere la scorciatoia della demagogia, parlando per mesi dell’eliminazione delle Province per poi scoprire che ci vorrà una legge costituzionale, come già si sapeva, e che saranno necessari tempi lunghissimi», accusa Alessandra Giudici. «Nel frattempo la crisi drammatica che stiamo attraversando non trova risposte, ma in compenso gli enti locali, tutti, sono messi nelle condizioni di non poter assolvere i propri compiti e le proprie funzioni».
Anche parlando più in generale della soppressione delle Province, che in molti considerano uno dei provvedimenti più percorribili per riformare l’architettura della pubblica amministrazione, Alessandra Giudici ribadisce la propria contrarietà. «Innanzi tutto, l’impostazione molto centralista di questo provvedimento mette una pietra tombale sul percorso sul federalismo, che, pur a rilento, era stato avviato», dice il presidente della Provincia di Sassari. Al contrario, «bisogna provvedere a una riforma complessiva nel sistema del Paese, partendo dagli sprechi più palesi e dalle storture più gravi», aggiunge. «Come mai non si parla più del numero dei parlamentari? – si chiede – rispetto a un provvedimento in quella direzione, di cui non c’è traccia, ribadisco che cancellare le Province è una scorciatoia che non porta a nessun risultato, se non al rischio paradossale di assistere alla moltiplicazione di enti intermedi, creando solo confusione e sperperi ulteriori».