RC Auto è ora di ribellarsi.

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L’audizione del 12 ottobre scorso alla Camera dei Deputati di Antonio Catricalà, Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) rinvenibile in maniera integrale all’indirizzo web (http://www.agcm.it/stampa/news/5750-indagine-conoscitiva-sul-settore-dellassicurazione-di-autoveicoli.html), rappresenta l’ennesima picconata all’ormai diroccato castello che un legislatore chino ai voleri delle compagnie ha costruito negli ultimi anni.
Vediamo subito per punti quali solenni fregature spacciate per ricette miracolistiche gli assicurati spennati e i danneggiati sviliti nei loro diritti hanno dovuto assistere:
1) Indennizzo Diretto, un disastro. Lo diceva l’ex presidente dell’ANIA Alfonso Desiata, scomparso prima di veder realizzata la sua facile profezia. Una procedura fatta per mescolare i bilanci, lasciare le vittime della strada in balia delle Compagnie e che, come era prevedibile, ha prodotto non un abbassamento dei premi del 20% negli ultimi tre anni ma un aumento che è sotto gli occhi di tutti. Una via d’uscita per rottamare la procedura l’aveva offerta due volte la Corte Costituzionale sostenendo che il sistema, per stare giuridicamente in piedi, deve essere facoltativo. Le compagnie, le ineffabili associazioni dei consumatori, l’ISVAP hanno fatto muro contro la Corte chiedendo al legislatore di infischiarsene delle due pronunce e provando ad ogni occasione o decreto di inserire emendamenti rendere obbligatorio ciò che non è e non può essere. L’Antitrust oggi conferma che il sistema è fallito e che bisognerebbe abbandonarlo almeno per i danni alla persona dove danneggiati furbI e imprese furbe sono andate avanti per anni a prendere magari risarcimenti inesistenti da una parte e lucrando sulla differenza tra ciò che era pagato e i forfait stabiliti dalla legge per ogni sinistro.
2) Danno morale. Le sentenze della Cassazione a Sezioni Unite a firma tra gli altri, di Francesco Carbone, presidente onorario della Associazione Melchiorre Gioia, il pensatoio medico-legale dell’Ania, hanno consentito alle compagnie di irrigidirsi nel riconoscere questa voce di danno in sede di trattazione stragiudiziale. Una sentenza discussa e discutibile su cui pendono molte ombre.
3) Agenzia Antifrode. Sulla storia dell’Agenzia antifrode potrebbero scorrere fiumi d’inchiostro. Per ora ci limitiamo a fare qualche di considerazione su quello che è stato l’iter istitutivo dell’organismo recentemente approvato in sede legislativa dalla Commissione Finanze della Camera e ora all’attenzione del Senato. L’ANIA ormai da anni lancia un allarme frodi però chiude gli ispettorati sinistri, il primo avamposto sul territorio, soprattutto al Sud, che può arginare tale fenomeno per sostituirli con call center costituiti da personale amministrativo e non qualificato. Si dice disponibile a finanziare la struttura però tramite qualche fido scudiero parlamentare ha chiesto, ma non ottenuto, che fosse la magistratura ad occuparsi d’ufficio dei reati di frode alle assicurazioni evitando così lo sforzo di una querela di parte. Ha chiesto, ma non ottenuto nelle prime e truffaldine formulazioni, di dilatare i tempi del risarcimento del danno in caso di sospetti basati su bislacche evidenze statistiche. Non ha invece chiesto, lo ripetiamo, di rottamare l’indennizzo diretto che, come sosteneva l’ex Direttore Generale dell’ANIA, Giampaolo Galli, in un saggio in inglese, avrebbe certamente causato un aumento dei fenomeni speculativi da parte dei danneggiati e, aggiungiamo, delle imprese, portate a“cartolarizzare” i sinistri sulla base di un pagamento certo a forfait senza la preoccupazione di verificarne la veridicità. Anche in questo caso l’Antitrust è stata chiarissima: sono le compagnie che devono investire per realizzare strutture antifrode dedicate professionali ed efficienti come succede nelle migliori esperienze europee.
4) Macro Lesioni. Con blitz di agosto il Governo ha inviato al Consiglio di Stato uno schema di DPR che contiene l’indicazione delle menomazioni per le lesioni di lieve entità e il loro valore economico. In nome di una equità sul territorio nazionale si è scelto di dimezzare i risarcimenti per le lesioni gravi o gravissime rispetto ai valori del Tribunale di Milano riconosciuti dalla Cassazione quale (equo e giusto) paramentro risarcitorio nazionale. Il provvedimento è stato considerato da tutte le associazioni delle Vittime della Strada come fortemente lesivo della dignità umana e non rispondente al principio di riparazione integrale del danno. Le Compagnie assicuratrici, già oggi propongono liquidazioni per danni gravi o gravissimi basati sui nuovi e riduttivi valori previsti dallo schema di DPR. Il decreto, se firmato dal Presidente della Repubblica potrebbe avere valore retroattivo, creando un grave nocumento per soggetti deboli quali sono le Vittime della Strada che hanno radicato un contenzioso per ottenere un maggior danno;

A queste amenità si aggiungono assicurati che non hanno subito incidenti che vengono letteralmente cacciati via dalle proprie compagnie e la demagogia delle principali Associazioni dei Consumatori che hanno di fatto sempre avallato tutte le misure proposte e imposte dall’ANIA al legislatore.

Come si torna dunque alla normalità che poi è rappresentata da compagnie che, dovendo pagare di tasca propria i sinistri, riprendono a svolgere una attività istruttoria sul territorio più attenta?
Per Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico Nazionale “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti” e per Stefano Mannacio, già vicepresidente ANEIS (Associazione Nazionale Esperti Infortunistica Stradale), il programma è semplice ed in soli cinque punti:
1. Abolire immediatamente l’indennizzo diretto
2. Creare una Agenzia Antifrode in campo assicurativo seria e in linea con le migliori esperienze estere.
3. Confermare come riferimento minimo per il valore economico del  risarcimento del danno alla persona, le tabelle del Tribunale di Milano.
4.  Aggiornare, con la formazione di una commissione medica equilibrata, le tabelle  medico legali per le lesioni cosiddette lievi.
5. Modificare la composizione delle commissione ministeriale che si occupa di definire i valori medico legali ed economici per il danni gravi e gravissimi posto che i risultati sino ad ora ottenuti sono il frutto di un palese squilibrio a favore delle componenti assicurative.
Riprendere in concetto di responsabilità e tutela dei diritti può riportare ad un mercato assicurativo più equo in cui, a parità di prezzi (che mai scenderanno in modo apprezzabile), si potrà almeno godere di una valida tutela delle Vittime della Strada, soprattutto di quelli vere.