Governo: CGIL, niente cassa sulle pensioni

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Per la Confederazione “se fossero vere le notizie anticipate dalla stampa ci troveremmo di fronte a provvedimenti inaccettabili”. “Se le misure alla fine fossero davvero quelle che oggi sono sulle prime pagine, non saremmo neanche di fronte a ipotesi di riforma ma a puri e semplici interventi di cassa, senza alcun profilo di discontinuità rispetto a quanto avvenuto nel recente passato”

“Sono il lavoro ed il fisco i temi centrali della piattaforma CGIL, che riproponiamo al Governo, con la certezza che senza interventi sulla crescita e senza una vera svolta sull’equità, il Paese non esce dalla condizione difficile che si è determinata”. A dichiararlo Vera Lamonica, Segretario Confederale della CGIL con delega al Welfare e alla previdenza, che aggiunge “se fossero vere le notizie anticipate dalla stampa riguardo alle misure sulle pensioni, ci troveremmo di fronte a provvedimenti inaccettabili”.

Il ventilato blocco dell’adeguamento all’inflazione delle pensioni in essere, per la CGIL “è esattamente il contrario dell’equità” perché, spiega Vera Lamonica “colpisce le fasce più deboli, già impoverite dalla caduta del potere d’acquisto di salari e pensioni, e non in grado di reggere ulteriori colpi a condizioni di vita che si sono fatte sempre più difficili, con effetti anche sulle condizioni generali del Paese segnate dalla caduta dei consumi e delle dinamiche recessive in atto”. Se fossero vere le anticipazioni, prosegue Lamonica “l’approccio ai temi più generali della previdenza sarebbe ancora una volta basato sulla volontà di fare esclusivamente cassa con le pensioni, e sarebbe anche la dimostrazione che il tema giovani viene usato solo strumentalmente, e non per dare risposte effettive”.
La CGIL conferma dunque la sua netta opposizione a cancellare il tetto dei 40 anni, peraltro già oltre 41, che costituisce il “necessario legame con il lavoro e la vita delle persone”, così come è contraria ad ulteriori anticipazioni dell’innalzamento dell’età per le donne del settore privato. “I privilegi e le disparità non sono legati al lavoro dipendente e vanno affrontati sul serio e non solo con misure che avrebbero puro valore simbolico, come ad esempio la parificazione delle aliquote per il lavoro autonomo, che va effettuata per tutta la platea ed in misura adeguata, o i vitalizi di parlamentari e consiglieri regionali, tema sul quale intravediamo un segno positivo che va esteso e concretizzato”.
“Inoltre – conclude Vera Lamonica – non si può non sottolineare che, contrariamente a quanto è avvenuto con il precedente Governo, sugli interventi di natura previdenziale va costruito il confronto, e noi auspichiamo il consenso, delle parti sociali. Non abbiamo inseguito il dibattito tenuto nelle ultime settimane sugli organi di stampa, nonostante esso abbia provocato ansie ed incertezze ulteriori tra i lavoratori, ma ci sembra che, se le misure alla fine fossero davvero quelle che oggi sono sulle prime pagine, non saremmo neanche di fronte a ipotesi di riforma ma a puri e semplici interventi di cassa, senza alcun profilo di discontinuità rispetto a quanto avvenuto nel recente passato”.