E’ l’ultima chance, e non solo per l’Italia ma per l’intera economia europea. Il ragionamento di Mario Monti è da ‘ultima spiaggia’ per il Paese: se vogliamo evitare di finire nel burrone dobbiamo al più presto approvare la manovra. Il Professore è rimasto tutta la prima giornata di dicembre confinato a Palazzo Chigi. In contatto continuo con il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, e con i ministri Moavero, Passera, Fornero e Giarda. Ogni dicastero sta preparando un dossier da portare sul tavolo del Cdm il 5 dicembre. Sarà una ‘manovra fiscale’, viene riferito. Tra le ipotesi, oltre al blocco degli aumenti delle pensioni (non per le fasce più deboli) e al prolungamento dell’età lavorativa per le donne, c’è anche la revisione delle aliquote Irpef. Prevista una ‘super-Ici’ e una patrimoniale ‘temporanea’. La cifra va oltre i 20 miliardi e potrebbe crescere qualora l’Europa non garantisse quel ‘sostegno’ che Roma auspica in vista del Consiglio europeo del 9 dicembre. Potrebbe dunque diventare più pesante ed includere in un secondo momento anche l’incremento dell’Iva. Nel provvedimento allo studio dell’esecutivo anche un forte piano di dismissioni persopperire al debito pubblico, un pacchetto di liberalizzazioni e misure di alleggerimento delle tasse sul lavoro. “Più che di una manovra di sola finanza pubblica – ha spiegato Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione – si tratta di ‘un progetto complessivo Paese per far ripartire la crescita”. La strada principale è quella del risanamento tracciata da Mario Monti, che ha manifestato la sua soddisfazione per il via blibera della Camera sull’introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio nel 2013. Del resto Berlino insiste affinché ci siano ulteriori controlli finanziari dei bilanci degli Stati membri. Qualora i partiti dovessero ostacolare questo percorso “rischieremmo guai seri”, continua a dire il Professore nei suoi colloqui informali. Il disagio nei partiti che sostengono l’esecutivo è evidente, ma il premier tira dritto. Domenica mattina incontrerà le parti sociali, in serata – a poche ore dal Cdm di lunedì – sono previsti colloqui con i segretari di partito. Il Pdl continua a non ‘digerire’ la patrimoniale, ma l’area ex An apre a questa ipotesi. Sulle barricate c’è la Lega che ha già detto che non voterà la manovra.