Sciopero dei lavoratori della Ge.Na, la provincia di Sassari: «Intervenga la Regione»

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«Condividiamo le ragioni e le preoccupazioni dei lavoratori della Ge.Na. e delle organizzazioni sindacali che li rappresentano». È la posizione con cui il presidente della Provincia di Sassari, Alessandra Giudici, e l’assessore provinciale per le Politiche del lavoro, Rosario Musmeci, manifestano «piena e incondizionata solidarietà a chi oggi protesta per difendere i propri, sacrosanti diritti». Proprio per questa ragione, spiegano i due amministratori, «ci facciamo carico degli impegni chiesti alle istituzioni del territorio, perciò ci rivolgeremo ancora una volta alla Regione affinché vengano risolti a monte i problemi a causa dei quali i lavoratori si trovano in oggettiva difficoltà».
I dipendenti dell’Opera “Gesù Nazareno” sono sul piede di guerra perché «da troppo tempo ricevono gli stipendi con forte ritardo, talvolta anche sotto forma di acconto, e non hanno ricevuto gli adeguamenti salariali e gli arretrati contrattuali dovuti», come afferma a chiare lettere il documento sindacale divulgato nei giorni scorsi. Ma a sollevare per primi il problema e a rappresentare i rischi cui si andava incontro, che interessano tanto i lavoratori quanto i beneficiari del fondamentale servizio socio-assistenziale che la Ge.Na. garantisce sul territorio, erano stati proprio i vertici dell’istituto di via Valle Gardona. «Già due mesi fa, di fronte alle difficoltà rappresentate dalla dirigenza della Ge.Na. e alla forte preoccupazione che avevano manifestato, il presidente della Provincia si era appellato alla Regione», ricorda l’assessore Musmeci.
Con una missiva partita da piazza d’Italia lo scorso 13 ottobre, Alessandra Giudici chiedeva all’assessore regionale della Sanità, Simona De Francisci, di fare ricorso alla sua sensibilità «per sanare una situazione che rischia davvero di mettere a repentaglio un servizio socio-sanitario che ha sempre rappresentato, rappresenta e deve continuare a rappresentare un fiore all’occhiello per tutta la Sardegna». il presidente della Provincia aveva anche ricordato che «quest’anno la Regione ha stabilito un aumento della tariffa giornaliera per prestazione, ma che a questa previsione non ha corrisposto «un adeguamento in Finanziaria delle somme previste per questo tipo di servizi convenzionati, provocando di conseguenza una diseconomia che rischia di gravare pesantemente sulle casse dell’istituto».
L’appello di Alessandra Giudici si concludeva sostenendo che «ad aggravare la situazione si era aggiunta la disposizione della Regione alla Asl di Sassari affinché venga liquidata all’istituto solo la metà delle somme previste per l’attività sociale, che peraltro dovrebbero essere affidate ai Comuni e invece continuano a transitare attraverso le aziende sanitarie».
A distanza di due mesi le preoccupazioni della Provincia di Sassari sono le stesse, e identica rimane la posizione. «Temiamo che si verifichino due eventi di cui questo territorio, già in ginocchio, non ha davvero bisogno – dice l’assessore provinciale – la fine o l’impoverimento di un modo di fare riabilitazione che ha fatto scuola e l’ennesima emorragia occupazionale». E di fronte a questi due pericoli Rosario Musmeci si rivolge pubblicamente all’assessore De Francisci «affinché ci si attivi per rimuovere gli ostacoli che hanno creato le difficoltà che oggi pagano i lavoratori».