I prezzi delle varietà frutticole invernali stanno scontando diffusi cedimenti. Alla prima fase di scambio le arance, nonostante il periodo prenatalizio, sono state scambiate in media, nella seconda settimana del mese, a 0,26 euro al chilo, circa il 5% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Chiusura d’anno sottotono per i prodotti ortofrutticoli, in un mercato che, complice la crisi economica, non sembra ancora trovare spunti di ripresa, dopo il bilancio fortemente deludente dei mesi estivi anche in conseguenza dell’emergenza e-coli. I prezzi delle varietà frutticole invernali, come si evince dalle ultime rilevazioni dell’Ismea aggiornate a metà dicembre, stanno scontando diffusi cedimenti. Alla prima fase di scambio le arance, nonostante il periodo prenatalizio, sono state scambiate in media, nella seconda settimana del mese, a 0,26 euro al chilo, circa il 5% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Evidenti i ribassi anche per mandarini (-11%) e pere, che a 59 centesimi al chilo di media hanno perso oltre un terzo del valore rispetto alla stessa data del 2010, mentre tengono le clementine, scambiate appena sotto la soglia dei 30 centesimi. Per le mele il collocamento sui mercati sta avvenendo in maniera regolare, anche se i prezzi perdono il 5,5% rispetto ai livelli dell’anno scorso. Frequente il ricorso alla leva promozionale da parte della grande distribuzione, mentre all’estero le vendite stanno beneficiando, in questa fase, di una buona richiesta soprattutto dei buyer tedeschi. Questo scorcio di dicembre rivela alcune difficoltà anche sui mercati orticoli. Le quotazioni delle patate, spiega ancora l’Ismea, anche in conseguenza di una forte pressione dell’offerta dall’estero, mantengono un ampio divario negativo alla prima fase di scambio, confermato da riduzioni attorno al 26% su base annua. Al contrario, spuntano prezzi migliori rispetto all’anno scorso radicchi, carote, carciofi e, in misura minore, l’indivia. Tra gli orticoli in serra la fotografia di metà mese mette in luce, al contrario, evidenti e generalizzati deprezzamenti, con maggiori penalizzazioni per zucchine e peperoni.