Dopo un trend moderatamente positivo iniziato nel secondo trimestre del 2010, tra settembre e novembre del 2011 gli occupati sono diminuiti di 42mila unità e le persone in cerca di occupazione sono aumentate di 63mila unità; più colpiti i giovani, tra i 15 e i 24 anni, con un tasso di disoccupazione arrivato a novembre ad oltre il 30%, dieci punti in più rispetto ai mesi iniziali del 2007; permane critica la situazione nel Mezzogiorno, area in cui l’occupazione nei primi tre trimestri del 2011 è rimasta stabile con un tasso di disoccupazione superiore al 13%; nel lungo periodo spicca, tra i settori produttivi, la dinamica positiva dei servizi di mercato che, tra il 2000 e il 2010, hanno generato quasi 900mila posti di lavoro (oltre il 70% della crescita occupazionale del terziario nel complesso); tra i comparti più dinamici, le attività immobiliari e i servizi alle imprese (583mila posti in più) e il settore degli alberghi e pubblici esercizi (145mila); solo per quanto riguarda la componente dei lavoratori dipendenti, commercio, alberghi e pubblici esercizi hanno creato, sempre negli ultimi dieci anni, quasi 395mila nuovi posti di lavoro a fronte dei 347mila persi dall’industria. In quello che è stato definito il “decennio perso”, caratterizzato dalla stagnazione economica, dalla contrazione del reddito disponibile e da un andamento altalenante dell’occupazione, il terziario si conferma, dunque, un settore di tenuta e crescita dell’occupazione: questi, in sintesi, i principali risultati che emergono da un’analisi dell’Ufficio Studi Confcommercio sulle tendenze recenti del mercato del lavoro. In linea con il rallentamento dell’attività produttiva, registrato dalla fine della primavera 2011, anche il mercato del lavoro ha cominciato a segnalare una tendenza al ridimensionamento. Stando agli ultimi dati dell’indagine continuativa sulle forze di lavoro ad ottobre e novembre si è registrato un calo, rispetto a settembre, di 42mila unità. Tra aprile del 2008 ed agosto del 2010 si erano infatti persi 765mila posti di lavoro. A settembre del 2011 ne erano stati recuperati solo 141mila. All’inizio del 2007 i disoccupati ammontavano a 1 milione e 442mila unità, saliti ad oltre 2 milioni e 200mila nei primi mesi del 2010. Il miglioramento che si era registrato nei mesi successivi è stato molto contenuto e legato, in alcuni casi, a fenomeni di scoraggiamento. In questa situazione, particolarmente penalizzate sono state le fasce più giovani del mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è infatti arrivato a superare il 30%, oltre 10 punti in più rispetto ai mesi iniziali del 2007.
Dal punto di vista del territorio il deterioramento delle condizioni del mercato del lavoro rischia di aggravare non solo la già critica situazione del Mezzogiorno, area in cui il numero di occupati è rimasto sostanzialmente stabile nei primi tre trimestri del 2011, ma di frenare la tendenza al recupero dei livelli occupazionali anche nel Centro-nord, area in cui il numero di persone impiegate nel processo produttivo rimane ancora su livelli nettamente inferiori a quelli raggiunti nel primo trimestre del 2008 .
Le dinamiche registrate nei primi nove mesi del 2011 sul versante dell’occupazione e della disoccupazione hanno determinato una sostanziale invarianza nei sensibili divari territoriali esistenti in termini di tasso di disoccupazione. Nel Mezzogiorno il rapporto tra persone in cerca di occupazione e forze di lavoro continua a rimanere attestato su valori superiori al 13% a fronte del 6,1% del Centro-nord.
IL RUOLO DEL TERZIARIO NEL MERCATO DEL LAVORO
Analizzando il ruolo svolto dai diversi settori di attività economica nel contribuire allo sviluppo del mercato del lavoro, si riscontra come negli ultimi 10 anni l’occupazione sia stata sostenuta in misura quasi esclusiva dal terziario di mercato e più specificatamente dai settori la cui rappresentanza è riconducibile a Confcommercio-Imprese per l’Italia.
Il settore più dinamico è stato quello relativo alle attività immobiliari e dei servizi alle imprese (informatica, ricerca, ecc.).
Particolarmente significativo è risultato il ruolo svolto dal terziario di mercato nel generare nuovi posti di lavoro dipendenti.
In questo ambito un ruolo positivo è stato svolto anche dal commercio al dettaglio che ha generato quasi 140mila nuovi posti di lavoro alle dipendenze.
All’interno di questo comparto vanno segnalate le difficoltà del settore commerciale su cui hanno pesato gli effetti della bassa dinamica della domanda interna per consumi.
Se si guarda alla sola occupazione dipendente il ruolo del terziario nel tenere i livelli occupazionali risulta ancora più significativo.