Dossier liberalizzazioni ancora caldissimo in vista del Consiglio dei ministri di venerdì prossimo che dovrà varare il decreto del governo. La giornata di ieri, caratterizzata dalla protesta dei tassisti che hanno stazionato per ore di fronte a palazzo Chigi paralizzando il traffico del centro di Roma, ha visto anche una netta presa di posizione unitaria dei sindacati che chiedono un cambio di passo del governo sul fronte della politica economica. E se le proteste riguardano numerose categorie, dai farmacisti alle professioni, la posizione più dura resta quella delle auto bianche: l’incontro con il segretario generale di palazzo Chigi, hanno riferito i rappresentanti dei tassisti, si è concluso con un nulla di fatto e i rappresentanti delle sigle sindacali hanno fatto sapere che la trattativa riprenderà oggi. Sul tavolo una nuova bozza che, secondo alcune sigle, presenta qualche elemento di novità ma che i ‘duri e puri’ respingono in toto. E mentre il governo continua a cercare la mediazione con le varie categorie, restano sul tavolo i punti più caldi del decreto che dovrebbe vedere la luce venerdì prossimo. Oltre all’ampliamento della platea di farmacisti e notai, sarebbe ancora in discussione l’abrogazione delle tariffe minime per i professionisti. Qualche novità, dopo la minaccia di una serrata di 7 giorni, potrebbe esserci sul fronte benzinai e sull’eventualità che i titolari di un impianto possano rifornirsi presso i grossisti più convenienti. Il provvedimento dovrebbe riguardare anche banche e assicurazioni, con un tetto alle commissioni per gli istituti di credito. Resta invece da sciogliere il nodo legato alla liberalizzazione dei servizi di Poste italiane.