Lavoro: Camusso, per noi la “fase due” parte dalla riduzione della precarietà

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‘Non pieghiamo i diritti’ è questo il monito lanciato dal Mediolanum forum Assago a Milano in occasione della manifestazione interregionale organizzata dalla CGIL (Alto Adige-Sudtirol, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino, Valle d’Aosta e Veneto) per discutere di coesione sociale, equità, futuro per i giovani in un’ottica di crescita del paese.

La rivendicazione di un ‘Lavoro’ con la ‘L’ maiuscola, con i suoi diritti e con la sua dignità è stata al centro dei numerosi interventi che si sono succeduti sul palco del Mediolanum e che hanno preceduto l’intervento conclusivo del Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso che ha sottolineato come ad un lavoro senza diritti corrisponda la mancanza di prospettive per il paese, in questo modo, ha detto “non si rimettono a posto né i conti dello Stato né le prospettive per il futuro dei giovani”.

Ed è proprio ai giovani che la leader della CGIL si è rivolta affrontando il capitolo della precarietà, uno dei temi principali nella discussione sul mercato del lavoro aperta in questi giorni con il governo. “La nostra priorità – ha detto Camusso – è ricomporre il mercato del lavoro, superare la precarietà ed offrire una prospettiva a tutti quelli che sono fuori dal mercato del lavoro”. Per la CGIL infatti un indice della discussione con il Governo è quello della lotta al lavoro precario e la riduzione delle troppo numerose forme contrattuali che l’hanno incentivata, “come si distingue tra ciò che è lavoro subordinato e ciò che è lavoro autonomo. Si deve cominciare a controllare – ha insistito Camusso – che le forme di lavoro vengano utilizzate appropriatamente”.

Il segretario generale della CGIL, nel suo intervento individua una delle soluzioni nella ricostruzione del “gusto per la legalità”, anche nel lavoro “il lavoro regolare, il lavoro contrattualizzato e che riconosce dignità alle persone – ha detto – è la più grande lotta contro l’illegalità, che oggi passa attraverso il lavoro sommerso”. Nel parlare di legalità non poteva mancare un riferimento al sistema fiscale “essere paladini della legalità – ha sottolineato Camusso – significa anche un fisco giusto, che chiede in ragione di ciò che possiedi, che chiede di più a chi ha di più”. E nella fase due, che, ha affermato la leader della CGIL deve essere “qui ed ora” è necessario “spostare il peso della tassazione su chi ha di più, alleggerendo la tassazione sulle retribuzioni da lavoro dipendente e sulle pensioni”.

In merito alle liberalizzazzioni, il numero uno di Corso d’Italia ha avvertito “non ci dicano che porteranno ad un aumento dei salari perchè ciò che può aumentarne il valore d’acquisto è, invece, la riduzione della tassazione sul lavoro dipendente, trasferendo lì ciò che viene recuperato dall’evasione”.

Camusso, rivolgendosi al Governo ha detto “nel modo in cui ha approcciato questa trattativa sul mercato del lavoro vediamo un grande rischio: siccome si pensa ad un improvviso stravolgimento di tutto temiamo prevalga la tentazione di dire ‘lasciamo tutto com’è’. Noi non siamo disposti a lasciare tutto com’è. Per una ragione precisa: vorrebbe dire – ha insistito – condannare i giovani alla precarietà e al dualismo nel mercato del lavoro”. Dunque, ha concluso Camusso, per la CGIL “non può esserci un tavolo del mercato del lavoro che si occupa solo delle regole senza un’idea dello sviluppo del paese”.