Ddl lavoro: il governo “incassa” le prime due fiducie

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Il Governo incassa le prime due delle quattro fiducie poste sul ddl lavoro, la prima delle quali riguarda il nuovo articolo 18 e la riforma dei contratti. Le votazioni non hanno riservato sorprese e alla fine il governo ha ottenuto rispettivamente 456 si’, 77 no e 19 astenuti; 430 si’, 74 no e 11 astenuti. In attesa del voto finale di oggi pomeriggio, il premier Mario Monti ha insistito sull’importanza di questa riforma per poter andare a trattare con la Merkel avendo fatto i compiti. Ma lo stesso presidente del Consiglio si e’ solennemente impegnato nell’aula della Camera a intervenire presto con modifiche al testo, nei punti chiesti da Pd e Pdl. Nel pomeriggio la Camera ha votato le fiducie ai primi due articoli del provvedimento, che contengono rispettivamente le norme sulla flessibilita’ in entrata ed in uscita, nonche’ quelle sugli ammortizzatori sociali. Quindi il nuovo articolo 18 ha ora il si’ della Camera, dopo quello gia’ dato dal Senato. In serata anche l’approvazione del nuovo regime di ammortizzatori sociali, con l’Aspi, l’Assicurazione Sociale per l’Impiego. Prima di questo passaggio parlamentare, pero’, si sono registrati due eventi rilevanti. Monti, parlando alla Camera sul Vertice Ue del 27 e 28 giugno, ha insistito sulla rilevanza della riforma del mercato del lavoro per potersi presentare piu’ forte all’appuntamento: l’Italia non e’ solo un Paese con i Conti in ordine, ma ha anche approvato quelle ”riforme strutturali” senza le quali la Germania non vuole cedere alla messa in comune delle garanzie sul debito. Monti si e’ fatto carico anche dei travagli dei partiti della sua maggioranza, specie il Pdl, che votano le quattro fiducie pur non condividendo del tutto il provvedimento. Di qui ”l’impegno del governo”, ribadito da Monti, di modificare in successivi provvedimenti il ddl nella parte della flessibilita’ in entrata,come ha chiesto il Pdl, nonche’ in quella sugli ammortizzatori sociali, come chiede il Pd, senza dimenticare gli esodati.