Spending review, lavoro, P.A.: parte corsa all’attuazione

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Leggi e riforme già ci sono, dal primo decreto, il Salva-Italia, fino alla Spending review, ma manca la loro attuazione, cioè tutti quegli atti attribuiti ai Ministeri competenti (decreti, regolamenti, ecetera) o rinviati alla Presidenza del Consiglio per dare concreta attuazione alle misure. Quella meno attuata (con ‘zero’ provvedimenti emanati sui 37 richiesti) è la Riforma del mercato del Lavoro e chiaramente i provvedimenti più recenti (come la spending review e il decreto Sviluppo). Ma mancano ancora ‘tasselli’ anche a iniziative piu’ ‘vecchie’ come, ad esempio, le dismissioni per avviare le quali è attesa la ‘nascita’ dell’Sgr (societa’ di gestione del risparmio) attesa entro la fine dell’estate. E problemi dell’ultima ora sarebbero spuntati anche per l’annunciata ‘mini-riforma’ della Sanità che dunque potrebbe slittare o essere modificata (e il ministro Balduzzi ha affermato che portare il decreto al Cdm di venerdì resta un impegno ma che una dilazione di qualche giorno per ”ragioni tecniche” non sarebbe un problema). Non si tratta di questioni di poco conto considerato il poco tempo che separa l’attività di Governo dalla campagna elettorale per le prossime politiche e quindi dai ‘veti’ politici che potrebbero arrivare. Così, ad esempio, nel caso in cui non si metta mano rapidamente alla riforma del Lavoro, questa potrebbe di fatto restare ‘lettera morta’ consegnando al prossimo esecutivo l’onere della sua attuazione. Proprio per questo negli ultimi giorni si sono svolti una serie di incontri a Palazzo Chigi ai quali hanno preso parte oltre al sottosegretario alla Presidenza, Antonio Catricalà, anche il ministro per la Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, e quello per i rapporti con il Parlamento e l’attuazione del programma, Piero Giarda. Scopo dei contatti della piccola ‘task-force’ sarebbe proprio quello di individuare un ‘cronoprogramma’ dettagliato, amministrazione per amministrazione, per dare attuazione certa ai provvedimenti già varati. Anche perché, oltre ad attuare ‘il passato’, bisogna anche concentrarsi sul ‘breve futuro’ a disposizione dell’esecutivo proprio mentre la campagna elettorale sembra ormai avviata e certo non su toni concilianti (vedi scontro su Ddl anticorruzione). Il primo grande appuntamento d’autunno (oltre a eventuali decreti in arrivo su argomenti piu’ ‘leggeri’ come, ad esempio, le start up o le semplificazioni per le imprese) sarà la legge di Stabilità con relativo assestamento di bilancio. Tra le ipotesi che circolano anche quella di una legge più ‘corposa’ che comprenda, o alla quale vengano collegati, anche i tagli della spending review (con un target di 6 miliardi da raggiungere per non far scattare l’aumento dell’Iva nel 2013) e le dismissioni con le quali tamponare il debito. Anche su questo fronte ci sarebbe un po’ di ritardo: tutto sarebbe pronto per mettere sul mercato una prima tranche (tra Agenzia del Demanio e Cdp) di 3,5 miliardi, ma mancherebbe ancora la costituzione della società incaricata di farlo, una Sgr (società di gestione del risparmio) nata con la manovra dello scorso anno e che ancora non ha visto la luce.