Italia, regge l’economia preoccupa il lavoro

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Disoccupazione, Pil e deficit dell’Italia posso lasciarci soddisfatti. Complessivamente il Paese ha tenuto bene e molto meglio di economie dell’Eurozona messe peggio, senza considerare ovviamente quelle messe male come Grecia e Portogallo. I dati Istat diffusi oggi mostrano un Paese in difficoltà che ha passato un 2009 terribile. Lo testimonia prima di tutto il dato sul Pil calato del 5% peggiore risultato dal 1980, ma sullo stesso livello del calo della Germania e degli Stati Uniti (flessione del 4,9%), tanto per fare un esempio. Nonostante una forte recessione il rapporto deficit/Pil ha tenuto arrivando al rapporto del 5,3%, molto meglio di molti Paesi dell’euro.

Con una variazione tutto sommato modesta del deficit lo scorso anno il nostro Paese è riuscito ad avere una caduta del Prodotto Interno Lordo pressappoco uguale a quella degli altri Paesi che hanno speso molto in termini di investimenti pubblici per combattere la recessione. Inoltre l’Italia è riuscita a tenere una disoccupazione inferiore a molti altri Paesi, e comunque inferiore alla media Uem. Nell’Eurozona a gennaio il livello dei senza lavoro ha raggiunto il 9,9% contro l’8,6% in Italia. Purtroppo questo dato è in crescita dello 0,1% rispetto al mese precedente ma solo dell’1,3% rispetto a gennaio 2009.

Il livello occupazionale in Italia è quello dei tre parametri, Pil, deficit e disoccupazione, che preoccupa di più. A gennaio il tasso dei senza lavoro ha toccato il livello più alto da almeno sei anni. I disoccupati hanno superato la soglia di 2 milioni per il quarto mese consecutivo e rispetto a dicembre sono saliti di 5mila. E a pagare sono soprattutto i giovani. Tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è del 26,8%, oltre tre volte la media nazionale.
Sommando disoccupati e inattivi la popolazione che non lavora tra i 15 e i 64 anni è di 17,015 milioni di persone, a cui vanno comunque aggiunti i lavoratori in cassa integrazione.
Fonte: http://www.vostrisoldi.it/articolo/italia-regge-l-economia-ma-la-disoccupazione-incalza/25507/