Crogi (Flai Cgil): No alla tassa sulle bibite. Gravi ricadute occupazionali per tutto il settore

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“La vicenda della tassazione sulle bibite gassate, di per sé può sembrare un provvedimento a tutela della salute dei consumatori. In realtà introduce un principio alquanto discutibile perché, un conto è definire le percentuali dei contenuti dei vari principi attivi nel prodotto, che tuteli la salute dei consumatori, ed un altro è tassare deliberatamente i prodotti”. Lo sostiene Stefania Crogi, segretaria generale della Flai Cgil, il sindacato dei lavoratori del settore alimentare.

“Tale provvedimento – spiega Crogi – rischia di squilibrare le normative europee a danno del sistema di trasformazione industriale del settore del nostro Paese, facendo venire meno la ricerca sulla innovazione dei prodotti al fine di renderli più sicuri ed ecocompatibili. Naturalmente questa imposta creerà un impatto negativo sull’occupazione di notevole dimensione, oltretutto in una fase di crisi dei consumi come quella che stiamo attraversando”.

Su tale materia sarebbe quindi opportuno intervenire armonizzando i provvedimenti di ogni singolo Paese in una dimensione europea proprio per evitare che si creino squilibri nel mercato. In ogni caso, conclude Stefania Crogi, “il settore non ha bisogno di una nuova tassa per ridurre i consumi e tutelate così la salute dei consumatori. Questa nuova accisa porterebbe alla contrazione delle attività, un abbassamento della produzione e dei livelli occupazionali, penalizzando un settore strategico e importante per il made in Italy. Le misure da adottare sono altre, ad esempio un accordo con i produttori per ridurre i grassi e gli zuccheri nelle bevande”.