Un fenomeno molto allarmante si sta registrando in Italia. Crescono a dismisura le società di capitali aventi delle “cittadini stranieri”, in gergo “teste di legno” come soci ed amministratori costituite esclusivamente per evadere il fisco ed i contributi previdenziali.
L’indagine condotta del Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di KRLS Network of Business Ethics elaborata per conto di “Contribuenti.it Magazine” dell’Associazione Contribuenti Italiani, ha rilevato che nel periodo giugno 2011- giugno 2012, il 55,9% delle imprese che formalmente hanno chiuso i battenti a seguito di una verifica fiscale, hanno di fatto continuato l’attività trasformandosi in “imprese straniere”.
Nel periodo oggetto di osservazione, le Newco “straniere” costituite sotto forma di srl e spa società di capitale aventi nella compagine “teste di legno” senza alcun reddito ne’ competenze, sono cresciute del 135,7%, pari a 5.700 imprese, mentre le imprese italiane che hanno chiuso a seguito di una verifica tributaria sono state circa 6.500.
Il fenomeno coinvolge soprattutto extracomunitari, ed in quota minore i giovani comunitari provenienti dai paesi dell’est, per di più donne o che non trovano sbocco nel mondo del lavoro e che, ignari delle conseguenze, accettano di diventare soci e amministratori di facciata di gente senza scrupoli che cercano di ripulirsi da fallimenti, reati economici o più semplicemente per continuare a evadere il fisco.
Dall’indagine del Centro Studi e Ricerche Sociologiche “Antonella Di Benedetto” di Krls Network of Business Ethics è emerso che il fenomeno si concentra per lo più nel settore del commercio (34,6%), cui fa seguito quello delle costruzioni (26,3%) e quello dei servizi (20,7%), mentre territorialmente è la Lombardia la regione che presenta il maggior numero di aziende condotte da stranieri (15,6% del totale), seguita dal Veneto (14,7%), dal Lazio (12,3%), dalla Toscana (11,8%) e dalla Campania (10,3%).
«Di fronte a un fenomeno così crescente – afferma Vittorio Carlomagno presidente di Contribuenti.it Associazione Contribuenti Italiani – chiediamo che, all’atto dell’apertura della partita iva, l’Agenzia delle Entrate presti effettui immediatamente i dovuti controlli e vieti l’apertura della partita iva a chi non ha competenze per svolgere alcuna attività».