Contratti a termine: ora gli accordi collettivi riducono i tempi per il rinnovo

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L’uso dei contratti a tempo è diventato fondamentale per tutte quelle imprese che hanno bisogno di rinnovare, periodicamente, il loro personale. Rinnovo che il più delle volte viene attivato anche in via strategica per evitare che l’azienda stessa sia obbligata a far scattare i contratti a tempo indeterminato: la legge, infatti, impone che a seguito di due rinnovi consecutivi del determinato, il rapporto di lavoro deve essere trasformato definitivamente. Con la legge Fornero alcune regole cambiano e, in particolar modo, i temi che intercorrono tra un contratto e l’altro. La legge 92/2012, infatti, stabilisce che nei confronti di uno stesso lavoratore l’intervallo tra un impiego e l’altro deve essere di 60 giorni (90 se il contratto precedente è durato più di sei mesi). I tempi, dunque, sono abbastanza lunghi da mettere in difficoltà una impresa che, in questo modo, si trova a non poter usufruire del proprio dipendente per due o tre mesi. La riforma, però, mette a disposizione una strada alternativa da percorrere: gli accordi collettivi. Se tra azienda e lavoratori (ovvero i suoi rappresentanti sindacali) viene stipulata una intesa, i tempi si riducono a 20 giorni (30 in caso in cui il precedente contratto abbia superato i sei mesi). Alcune associazioni di categoria hanno già provveduto ad attivare questi strumenti:

Turismo: la riduzione dei tempi è vincolata a specifiche condizioni quali assunzioni connesse a esigenze di carattere temporaneo; avvio di nuove attività pe esigenze organizzative; sostituzione o affiancamento di lavoratori; intensificazione dell’attività.

Commercio: l’accordo prevede di accorciare i tempi in caso di qualsiasi tipi di contratto e senza vincoli particolari.

Servizi di pulizia: la riduzione interessa solo i contratti stipulati fino al 30 giugno 2013 ed è legata al lancio di nuovi prodotti; sostituzione di lavoratori con diritto di conservazione del posto; incremento temporaneo del lavoro secondo richieste del committente; copertura di ruoli ancora in sospeso durante la fase start up; speciali lavori che richiedono particolari competenze; servizi richiesti in caso di manifestazioni, fiere ed eventi.

Telecomunicazioni: gli accordi sono vincolati a start up; lanci di nuovi prodotti o servizi; implementazione di una nuova tecnologia; avvio o rinnovo di una commessa avente una scadenza precisa; sostituzione di lavoratori con diritto di conservazione del posto.