Deceduto il titolare della casa, il curatore dell’eredità paga anche l’Imu

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Se il proprietario di un immobile viene a mancare, saranno i suoi eredi a dover pagare l’Imu 2013, in caso contrario, il curatore dell’eredità. Come? E’ molto semplice. Il Codice Civile (all’art. 459) stabilisce che, nel caso di decesso del titolare di una abitazione, a partire dall’accettazione dell’eredità i successori saranno obbligati al versamento della rata.
Le procedure prevendono che debba essere il Comune a gestire tutte le pratiche in tal senso, fissando un termine entro cui i potenziali nuovi titolari debbano decidere se sobbarcarsi l’onere o no. In genere si hanno 3 mesi per comunicare le proprie intenzioni e, una volta accettata l’eredità, i successori diventeranno ufficialmente i soggetti passivi dell’imposta.
Non sempre, però, i tempi e le condizioni permettono di concludere le pratiche in modo lineare e semplice. Infatti, nel frattempo che siano individuati i soggetti beneficiari dell’eredità e che sia stabilito che questi siano effettivamente in condizione di poter accettare l’immobile in questione (tra le possibilità vi è, infatti, quella che questi siano anch’essi deceduti) verrà nominato un curatore dei beni.
In questa fase di transizione, sarà il curatore a dover gestire l’eredità tanto che, anche se non è indicato tra i potenziali soggetti passivi di imposta, potrebbe essere proprio lui a dover provvedere a versare la tassa sugli immobili. Tale obbligo farebbe, infatti, parte delle mansioni di amministratore dei beni. Al curatore, dunque, spetterà l’impegno di reperire proprio tra i beni e le liquidità lasciate dal defunto le somme necessarie a saldare l’Imu.
Insomma, il curatore dovrà fare momentaneamente le veci dei futuri eredi assolvendo a tutti gli obbighi in capo ad essi.