Evade 180mila euro al fisco ma la Corte lo grazia a causa della crisi economica. La decisione è stata presa dal Gup di Milano che ha assolto ieri un titolare di una impresa informatica che non aveva versato l’iva al fisco a “causa della difficile situazione economica dell’impresa” tanto da sentenziare che “il fatto non costituisce reato”. In precedenza l’imprenditore era stato condannato a sei mesi e due anni poi convertiti in una multa da 40mila euro per non aver pagato all’erario quanto dovuto. Con l’azienda fallita alle spalle e tanto di dichiarazione dei redditi veritiera presentata alle Entrate, il titolare si è successivamente opposto alla condanna chiedendo il rito abbreviato e sostenendo che l’illecito era stato commesso senza dolo. Infatti, gli stessi avvocati dell’imprenditore hanno dichiarato che “l’Agenzia era stata doverosamente informata dal contribuente dell’importo dovuto, motivo per cui non vi era stato l’intento di evadere”. A salvarlo, dunque, sarebbero stati i documenti fiscali presentanti regolarmente al fisco che hanno dimostrato la buona fede del soggetto agli occhi del Giudice per le indagini preliminari di Milano che hanno così concluso che, se non fosse stato per la crisi economica che sta investendo il Paese, il contribuente non si sarebbe trovano nella condizione di evasore fiscale.
Si tratta di una sentenza importante soprattutto per tutti quegli imprenditori italiani che sempre più spesso si trovano a dover rimodulare i debiti col fisco perché impossibilitati ad assolvere ai propri doveri mensili di versamento delle imposte. Caso che coinvolge in particolar modo quelle aziende che hanno contratto un deficit di bilancio a causa dei mancati pagamenti da parte dello Stato e a favore dei quali si stanno esprimendo diverse corti di giustizia come il Tribunale di Milano con sentenza n. 3926/2013 che ha spazzato via il decreto ingiuntivo a carico di un imprenditore che non aveva, appunto, pagato le tasse per non aver incassato i corrispettivi da parte degli enti pubblici.
C.M.