Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Documento di economia e finanza

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doceconomfinanzL’annuncio viene dato dal premier Matteo Renzi, affiancato  dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi. Con il Def, il CdM ha fissato le linee della politica economica del prossimo triennio . Con un obiettivo prioritario: abbassare le tasse a famiglie e imprese in modo strutturale e fare ripartire la crescita. Una data su tutte per la spending review: venerdì 18 aprile il Cdm varerà il decreto legge che prevede le coperture per il taglio del cuneo fiscale da 6,7 a 4,5 miliardi (gli 80 euro in più in busta paga per chi guadagna fino a 1.500 euro al mese) .
Queste le novità :
1) +80 euro in busta dal 27 maggio .Il taglio dell’Irpef con gli annunciati 80 euro in busta paga per i lavoratori dipendenti si dovrebbe invece concretizzare già con i cedolini di maggio. Al vaglio dei tecnici diverse ipotesi, ma sembra prevalere quella più prudente: sgravi crescenti per tutti i redditi fra gli 8mila e i 25 mila euro, con una curva decrescente a partire da questa soglia fino ad attenuarsi intorno ai 28-30mila euro.
2) Sconto anche per gli “incapienti”. Gli incapienti, coloro che percepiscono meno di 8mila euro e non pagano le tasse, dovrebbero essere esclusi dal beneficio. L’operazione costerebbe circa 4 miliardi e riguarderebbe una platea di circa 10 milioni di italiani. Il Tesoro punta a coprire l’intervento con il solo gettito della spending review.
3) Fino a 26% l’imposta per le banche sulle quote di Bankitalia. Il governo intende innalzare dal 12% al 24-26% l’imposta sulle quote di via Nazionale detenute dalle banche. L’Abi ha già protestato.
4) Irap,  taglio del 10%. Per le aziende si  intende intervenire sull’Irap, l’Imposta regionale sulle Attività produttive. Il taglio previsto sarebbe del 10% annuo, quindi partendo nel 2014 a circa metà anno sarebbe la metà.
5) Taglio ai manager pubblici. Manager ma anche dirigenti pubblici “a rischio”: si punta a inserire un tetto ai loro stipendi, che non potranno superare quello del presidente della corte di Cassazione , che si aggira intorno ai  300mila euro l’anno;  si potrebbe scendere anche più giù, sino ai 238mila euro riconosciuti al capo dello Stato.
6) Enti inutili. Il primo a finire nel mirino è stato il Cnel , ma sono moltissimi in Italia gli enti “sopprimibili”.
7) Riduzione spesa delle istituzioni. Oltre alla riforma del Senato il governo sta studiando  come ridurre le spese delle principali istituzioni: Palazzo Madama, Camera e Quirinale. E anche se via via i tagli ci sono stati rimarrebbe un margine di circa 700 milioni ancora da risparmiare.
8) Tagli ai diplomatici. i punta a tagliare gli stipendi ai diplomatici. Ma si annuncia già battaglia: il sindacato dei diplomatici italiani (Sndmae) difende  la congruità dei propri stipendi.
9) Tagli alla sanità, ma non lineari. Si torna a parlare degli tagli alla spesa farmaceutica in attesa dell’introduzione dei costi standard. Nel Patto della Salute sono stati quantificati «10 miliardi di risparmi, non di tagli», ha precisato il ministro Lorenzin.
10) Tagli alla difesa. I tagli arriveranno. Ancora non è noto però se sarà depotenziato o meno il programma di acquisto degli F35.

11) Incentivi a imprese e Camere di Commercio. Si torna a parlare degli aiuti alle imprese e del “dossier Giavazzi”, messo a punto durante il governo Monti. Gli imprenditori si dicono pronti anche a rinunciare in cambio di un taglio congruo al carico fiscale: l’Irap. Si torna a parlare anche di accorpamenti per le Camere di commercio.
12) Debiti della PA. Debiti della P.A. Si punta ad accelerare il pagamento dei debiti e a introdurre un meccanismo per evitare che il debito nei confronti delle aziende si riformi. Dai questi  pagamenti lo Stato incasserà un miliardo in più di Iva.