Con la sentenza numero 3733/2017 , la Corte di cassazione ha sancito che la sanzione espulsiva rappresenta una conseguenza esagerata rispetto alla violazione del divieto di fumare e incoerente con le previsioni contrattuali collettive che giustificano il licenziamento disciplinare.
Così la Cassazione ha dato ragione a un dipendente che era stato licenziato per aver violato il divieto di fumare in azienda.
Il provvedimento espulsivo è stato ritenuto dai Supremi Giudici del tutto sproporzionato rispetto alla trasgressione commessa.
Quindi, pur se il Tribunale aveva in un primo momento confermato il licenziamento, sia la Corte d’appello che la Corte di cassazione hanno ritenuto meritevoli di accoglimento le doglianze del dipendente licenziato per una sigaretta nel lontano 2002: va confermata la sua reintegra nel posto di lavoro e la condanna della società datrice di lavoro al risarcimento del danno commisurato alle retribuzioni globali di fatto maturate dal giorno del licenziamento sino alla reintegra sul posto di lavoro.
Alfredo Magnifico