Inail/ Ricerca e politiche mirate per vincere la sfida dell’invecchiamento della popolazione

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FIRENZE – L’invecchiamento caratterizza la società a livello globale con un impatto rilevante sulla popolazione generale, che entro il 2060 si prevede sarà composta per oltre il 25% da persone con più di 60 anni in Europa, Nord America e larga parte dell’Asia e del Sud America. Al di là degli effetti sui sistemi sociali e sanitari dei singoli Paesi, questo fenomeno è destinato ad avere conseguenze importanti anche nel mondo del lavoro, per la necessità di garantire soluzioni adeguate per lo sviluppo di una vita lavorativa sostenibile e di un invecchiamento attivo e in buona salute, nel contesto dei cambiamenti organizzativi del lavoro e dello sviluppo tecnologico.

L’evento ospitato nel Salone dei Cinquecento. Di qui la scelta dell’Inail e dell’International Commission on Occupational Health (Icoh) di organizzare una conferenza, in collaborazione con il Comune di Firenze, per riflettere insieme ai rappresentanti di importanti enti nazionali e internazionali sulle attività già messe in atto su questo fronte a livello continentale e sul contributo che la ricerca può offrire per lo sviluppo di politiche mirate. L’evento, che si è svolto martedì mattina nella suggestiva cornice del Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, ha visto la partecipazione di circa 350 iscritti, fra cui 70 esperti internazionali provenienti da oltre 20 Paesi, e si inserisce nel piano di attività della ricerca dell’Istituto, sviluppato dal Dipartimento di medicina, epidemiologia e igiene del lavoro e ambientale (Dimeila).

I lavori aperti dall’intervento del sindaco Nardella. A intervenire per primo – nella sessione di apertura della conferenza moderata da Edoardo Gambacciani, direttore centrale Ricerca dell’Inail – è stato il sindaco Dario Nardella, che dopo avere dato il benvenuto ai partecipanti ha ricordato come il Comune di Firenze collabori attivamente con l’Istituto su tematiche come la scuola e lo sport, auspicando un allargamento di queste sinergie alle tematiche che riguardano l’invecchiamento della società, anche in considerazione del fatto che i dati socio-demografici evidenziano come il capoluogo toscano sia una delle città italiane con la più alta aspettativa di vita.

De Felice: l’impegno dell’Istituto dalla riabilitazione al reinserimento. Sono seguiti gli interventi del presidente dell’Inail, Massimo De Felice, e del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti. De Felice, in particolare, ha presentato le attività dell’Istituto e il suo coinvolgimento in molte attività relative alle tematiche dell’invecchiamento attivo, dalla riabilitazione alle misure di supporto per il reinserimento lavorativo, sottolineando il valore aggiunto della integrazione degli aspetti assicurativi con quelli di ricerca, sviluppata all’interno dell’Inail per l’analisi dei cambiamenti in corso nel mondo del lavoro e la proposta di soluzioni efficaci per il prolungamento della vita lavorativa in salute.

Poletti: il tema nell’agenda del prossimo G7. Anche Poletti ha insistito sull’importanza dei cambiamenti demografici e del tema dell’invecchiamento attivo, sottolineando la necessità di spostare l’attenzione da una gestione meramente previdenziale dell’invecchiamento della società a una prospettiva di effettivo ed efficace supporto al prolungamento in salute della vita lavorativa. Il ministro ha anche precisato che la tematica dell’invecchiamento attivo sarà inserita nell’agenda politica del prossimo G7, in programma il 26 e 27 maggio a Taormina.

Servoz (Commissione Ue): in 10 anni l’aspettativa di vita è cresciuta di due. La prima sessione si è conclusa con la lectio magistralis di Michel Servoz, direttore generale per l’Occupazione, gli Affari sociali e l’Inclusione della Commissione europea, che ha spiegato come l’Europa stia assistendo a un rapido innalzamento dell’aspettativa di vita, che negli ultimi 10 anni è aumentata in media di ben due anni, anche se con differenze rilevanti fra gli Stati membri. Servoz ha aggiunto che il lavoro può rappresentare una soluzione a molti dei problemi di natura economica, previdenziale e sociale sollevati dall’invecchiamento della popolazione e ha illustrato le misure e gli interventi già messi in atto, o ancora in fase di studio, a livello europeo per promuovere l’invecchiamento attivo e il lavoro sostenibile.

La campagna Eu-Osha dedicata alla promozione di una vita lavorativa sostenibile. La seconda sessione, moderata da Clas-Håkan Nygård, chair del Comitato scientifico Ageing and Work dell’Icoh, e da Ester Rotoli, direttore centrale Prevenzione dell’Inail, si è articolata in una serie di relazioni aperta da Christa Sedlatschek, direttore dell’Agenzia europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (Eu-Osha), che ha presentato le attività e le campagne condotte dall’Agenzia per la promozione dell’invecchiamento attivo e la creazione di luoghi di lavoro in grado di favorire il prolungamento della vita lavorativa in salute. Alla promozione di una vita lavorativa sostenibile è dedicata anche la campagna biennale Eu-Osha 2016/2017, che promuove l’importanza della prevenzione nel corso di tutta la vita lavorativa e il sostegno a imprese e lavoratori – in particolare quelli occupati nelle micro, piccole e medie imprese – agevolando lo scambio delle buone pratiche e fornendo loro le informazioni e gli strumenti adeguati per la gestione della sicurezza in un contesto caratterizzato dal progressivo invecchiamento della forza lavoro.

L’approccio olistico del Niosh e le opportunità dell’innovazione tecnologica. La sessione è proseguita con il contributo di Paul Schulte, direttore del Dipartimento educazione e informazione del National Institute for Occupational Safety and Health (Niosh) degli Stati Uniti, che ha illustrato le determinanti dell’invecchiamento e gli interventi sviluppati dal Niosh per un approccio olistico alla tutela della salute e sicurezza dei lavoratori durante tutto il corso della loro vita lavorativa. Roberto Cingolani, direttore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (IIT), si è soffermato invece sulle sfide e le opportunità proposte dall’innovazione tecnologica, con particolare riferimento alle soluzioni in grado di favorire il reinserimento lavorativo delle persone con disabilità, come gli esoscheletri o i robot collaborativi.

In una tavola rotonda il confronto sullo sviluppo di politiche sempre più efficaci. La terza e ultima sessione ha ospitato una tavola rotonda, moderata dal presidente dell’Icoh,  Jukka Takala, a cui hanno preso parte insieme a Christa Sedlatschek anche il segretario generale dell’Associazione internazionale di sicurezza sociale (Issa), Hans-Horst Konkolewsky, il presidente emerito dell’Icoh, Jorma Rantanen, il direttore del Dimeila dell’Inail, Sergio Iavicoli, il segretario confederale della European Trade Unions Confederation (Etuc), Esther Lynch, e il coordinatore del gruppo di lavoro Salute e Sicurezza della Union of Industrial and Employers Confederations of Europe (Business Europe), Kris De Meester. I partecipanti alla tavola rotonda hanno illustrato, in particolare, il punto di vista delle organizzazioni che rappresentano, le misure già in atto e le loro proposte per contribuire alla definizione e allo sviluppo di politiche sempre più efficaci per il prolungamento della vita lavorativa e in salute.

Le conclusioni affidate al direttore generale Lucibello. Il compito di trarre le conclusioni della conferenza è toccato al direttore generale dell’Inail, Giuseppe Lucibello, che ha ripercorso i contenuti trattati nel corso della giornata, sottolineando la disponibilità di conoscenze, strumenti e tecnologie in grado di ridurre i rischi per i lavoratori, di prolungare la vita lavorativa di quelli anziani, e di favorire il reinserimento e l’integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro, a favore delle quali l’Istituto ha messo in campo percorsi personalizzati realizzati in azienda, progettati da equipe multidisciplinari di esperti e finanziati fino a un massimo di 150mila euro.

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