Voucher, lo stop crea allarme nei settori agricoltura e turismo

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L’abolizione dei voucher sta creando grande allarme e preoccupazione nel mondo del lavoro,le più penalizzate sono le imprese del turismo e dell’agricoltura, settori legati a stagionalità e a prestazioni saltuarie. Alessandro Nucara direttore di Federalberghi è categorico nel manifestare il disappunto:”è un errore grave, marchiano, di cui non si aveva bisogno, sarebbe stato meglio andare a referendum, si è deciso per ragioni che non avevano a che fare né con le esigenze delle imprese né dei lavoratori,dall’oggi al domani i voucher sono stati aboliti e non rimpiazzati da un altro strumento, ora si confida sull’iter parlamentare per raddrizzare il tiro. 
Il Parlamento deve rimediare ai guasti che sono stati provocati  perché allo scoccare della mezzanotte del 17 marzo i voucher sono stati ritirati. Ora occorre che si preveda un congruo margine di tempo, un mese, due mesi, dalla conversione del decreto entro il quale si possono acquistare i buoni che potranno essere utilizzati entro il termine stabilito, il 31 dicembre 2017″.Romano Magrini, responsabile Lavoro della Coldiretti dichiara “E’ una farsa. Nella legge avevamo già messo gli anticorpi potevano essere utilizzati solo da studenti, pensionati e cassintegrati e non da operai agricoli. In questi anni, nessuno operaio agricolo è diventato ‘voucherista’, anzi gli operai sono aumentati, i voucher sono rimasti costanti”.
L’utilizzo dei buoni lavoro nel turismo e nell’agricoltura, è molto basso, gli imprenditori di entrambi i settori rimandano al mittente le accuse di aver abusato di questo strumento. Nel turismo i voucher rappresentano l’1,2% del lavoro del settore, ogni impresa mediamente utilizza 127 voucher l’anno una persona per tre settimane o tre persone per una settimana. Analoga percentuale nel lavoro dei campi, circa l’1% viene utilizzato che corrisponde a 2,2 milioni di buoni venduti con una platea di oltre 50 mila lavoratori. La Coldiretti sollecita il governo a fare presto nell’imminenza delle campagne di raccolta come sono stati veloci nell’abolirli devono essere altrettanto veloci nel trovare un nuovo strumento che li sostituisca. Il nuovo strumento deve essere veloce, non burocratico e soprattutto non avere costi tali da scoraggiarne l’utilizzo”. Sulla stessa lunghezza d’onda la Federalberghi: “abbiamo un tessuto di piccole e piccolissime imprese quindi ci serve poca burocrazia, molta efficienza e tempestività”.
La Cgil che attende la conversione in legge per chiudere la partita del Referendum mantiene alta la guardia facendo riferimento alla sua proposta di legge sulla Carta dei diritti del Lavoro. “La proposta prevede una risposta al problema per normare il lavoro occasionale, ricondotto alla sua tipologia di piccoli lavori, di lavori in famiglia coperti da studenti e pensionati,ritiene sbagliato parlare di vuoto normativo, e chiede che si discuta della Carta dei Diritti presentata dalla Cgil”, come alternativa ai voucher la Cgil propone il lavoro a chiamata, la somministrazione e i contratti a termine,
Gli imprenditori esprimono scetticismo e contrarietà ritenendo che un pensionato o uno studente non avranno alcun interesse ad essere assunti con un classico rapporto di lavoro subordinato il pensionato perché ha paura di perdere la pensione, lo studente perché andrebbe a incidere sull’Isee e quindi sulle tasse universitarie”. Preoccupazione anche da parte degli albergatori.La prestazione da un’ora non si può trasformare tecnicamente in un contratto, quindi molte persone resteranno a spasso, così sarà stato fatto un danno grave alle imprese ma anche ai lavoratori di un Paese che ha la sua principale preoccupazione nella disoccupazione, in particolare,quella giovanile.
Alfredo Magnifico

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