13 milioni di italiani in povertà

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FOTO DI REPERTORIO

Nei giorni scorsi sono stati resi noti i dati sulla povertà del 2016 ,il dramma che si evidenzia è che;

1,619 milioni di famiglie pari a 4 milioni e 742mila persone,residenti vivono in povertà assoluta.

2,734milioni di famiglie pari a 8 milioni 465mila residenti vivono in povertà relativa.

Considerando che il tasso di disoccupazione,si aggira attorno all’12% e tra i giovani (15-24 anni) intorno al 40%.

Questi dati sono stati preceduti dalla notizia che il governo ha finanziato le banche venete per 17,5 miliardi.

Viene da farsi una domanda,da dove si genera questa anomalia tutta italiana?

Una risposta personalmente me la sono data;la Corruzione.

Secondo l’autorità Nazionale Anticorruzione,l’Italia è percepita da cittadini ,imprese, investitori ed esperti come un paese con altissimo tasso di corruzione e quindi risulta profondamente esposta alle conseguenze del fenomeno.

Un Paese corrotto è inaffidabile per gli investitori,italiani e stranieri,e perde di conseguenza opportunità di fare affari e creare nuovi posti di lavoro.

A farne le spese sono soprattutto i giovani e i disoccupati che pagano il prezzo più alto,

La corruzione;disperde risorse pubbliche vitali,distorce la concorrenza, alimenta l’inefficienza dei servizi,diminuisce gli investimenti nel paese,aggrava il peso della crisi economica,indebolisce la fiducia dei cittadini nelle istituzioni,danneggia la credibilità internazionale,incentiva la fuga dei cervelli, mina il concetto stesso dello stato di diritto.

Ci vuole poco a comprendere che dalla corruzione si genera quello che è sotto gli occhi di tutti:malgoverno,istituzioni pubbliche inefficienti,crescita della disoccupazione,crescita della povertà.

Solo cercando di superare e sconfiggere la corruzione,l’Italia potrà riacquistare la credibilità necessaria per attrarre capitali italiani e stranieri,aumentare la produttività,ristabilire la fiducia dei cittadini nelle istituzioni e creare nuove opportunità di lavoro soprattutto per le nuove generazioni.

Alfredo Magnifico

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